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giovedì, dicembre 07, 2006

Volano i mutui e cresce l’indebitamento

Boom del debito medio delle famiglie italiane e in particolare dei mutui immobiliari in Italia: tra il 2002 e il 2005 - secondo il Rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese - le consistenze dei mutui immobiliari sono passate da 131,7 a 204,2 miliardi di euro, con un aumento del 55%.

Tendenza simili - spiega il Rapporto - sono state riscontrate anche nel credito al consumo con una crescita dei flussi monetari concessi per l’acquisto di beni durevoli o sotto forma di prestiti personali che sono passati dai 18,5 miliardi di euro del 1999 a 47,5 miliardi nel 2005.
In particolare, il primo semestre del 2006 si è chiuso con un incremento dei prestiti concessi del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La parte più consistente del credito al consumo richiesto dalle famiglie riguarda l’acquisto di auto e moto (il 41% dell’ammontare).

Scorrendo gli altri dati, emerge che tra il 1995 e il 2004 il debito medio per nucleo familiare in Italia è aumentato da 14.000 euro a 27.000 euro in termini di mutui e finanziamenti al consumo. Ed è aumentato anche il grado di diffusione dell’indebitamento. Nel 2000 riguardava circa il 19% dei nuclei familiari mentre ha raggiunto il 22% nel 2005. Il Censis sottolinea che è comunque ‘‘remota’’ l’ipotesi di sovraindebitamento delle famiglie e che anche per il credito al consumo non si può parlare di sintomo di disagio economico se non per pochi casi isolati.

Il grado di indebitamento delle famiglie italiane resta comunque molto più contenuto rispetto alla media dell’area euro e degli Stati Uniti: in Italia il rapporto tra debito delle famiglie e Pil è del 30% a fronte del 56% della media dell’area euro e del 90% degli Stati Uniti. ‘‘Siamo lontani da situazioni di rischio diffuso - scrive il Censis - perchè in Italia persistono comportamenti virtuosi, rappresentati in primo luogo da un’apprezzabile propensione al risparmio e da un approccio piuttosto prudenziale con il debito, incluse le forme meno impegnative come il credito al consumo”.
Fonte: MiaEconomia

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