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sabato, novembre 29, 2008

I principali strumenti di negoziazione in BORSA - parte IV

Guida "IMPARIAMO A CONOSCERE LA BORSA"
"Report realizzato da Giovanni Romano"

Un’altra peculiarità importante è che non esistono solo opzioni che hanno come sottostante azioni (Stock Options) o ETF, in realtà quando l'attività sottostante ad una opzione risulta essere un
indice, un’obbligazione, oppure una valuta (contratto forward), tassi di interesse, o anche un altro contratto derivato come un futures, allora parleremo rispettivamente di opzioni su indici, di
opzioni su obbligazioni, di opzioni su valute o su forwards, opzioni su tassi di interesse, e di opzioni su futures. Si tratta in sostanza di derivati di derivati. Le tecniche di valutazione partono
sempre dalle formule utilizzate per le opzioni su azioni. Le opzioni sono strumenti che nella minima parte dei casi vengono utilizzate al fine di esercitarle e al fine di utilizzarle
attraverso strategie di copertura.

Ma come già detto nella maggioranza dei casi sono utilizzate per speculazioni a brevemedio
termine da parte degli operatori. Per rendere completa la vostra formazione è giusto dedicare
qualche parola a un altro strumento finanziario alla portata dei comuni risparmiatori, i Fondi comuni di investimento (OICR), o mutual funds, così definiti perché sono organismi finanziari
che svolgono la funzione di investimento in forma collettiva del risparmio. Si tratta di raggruppare la somma di più risparmiatori e investirle collettivamente, cioè unitariamente come un unicopatrimonio. I fondi comuni di investimento sono nient’altro che un paniere di attività finanziarie scelte nel mercato dei capitali, che raccolgono il denaro di risparmiatori che demandano la gestione dei propririsparmi ad una Società di gestione con personalità giuridica e
capitale distinti da quelli del fondo.

Quest’ultima dividerà l’intero patrimonio in quote di capitale non negoziabili (se non ETF), che varranno distribuite ai sottoscrittori in ragione del montante immobilizzato. I fondi comuni sono
gestiti dalle Società di Gestione del Risparmio (SGR), che si occupano della promozione, istituzione e gestione di fondi comuni di investimento. Le SGR fanno solitamente parte di un
gruppo bancario o assicurativo e devono avere per legge la forma giuridica di Società per Azioni e capitale sociale superiore a 1 milione di Euro. Le SGR hanno inoltre nei confronti degli investitori l’obbligo a operare con diligenza, correttezza e trasparenza riducendo il rischio di conflitti di interesse. I fondi comuni, gestiti dai gestori di fondi incaricati dalle SGR, investono il denaro raccolto presso i sottoscrittori in valori mobiliari che costituiscono il patrimonio indiviso del fondo, di cui ogni risparmiatore detiene un certo numero di quote (la quota è la frazione di patrimonio unitaria del fondo di investimento ed ha un valore che cambia nel tempo in relazione all'andamento dei titoli nei quali il fondo investe).

Indipendentemente dalla tipologia di fondo, tutti i partecipanti hanno gli stessi diritti: i guadagni o le perdite, dal momento che il fondo non garantisce un rendimento certo (a meno di alcune
tipologie particolari di prodotti), sono in proporzione a quanto investito, o meglio, in proporzione al numero di quote in possesso. I fondi comuni, essendo gestiti da professionisti del settore,
permettono ai piccoli investitori, se ben consigliati, di sottoscrivere investimenti aderenti al proprio profilo finanziario, in termini di rischio/rendimento. Inoltre, attraverso i piani di
accumulo, hanno avvicinato al mercato anche coloro che momentaneamente non disponevano di sostanziosi risparmi. In relazione agli obiettivi finanziari, al rischio e al rendimento atteso
il risparmiatore può scegliere tra diversi tipi di fondi: bilanciati, obbligazionari, azionari, monetari o di liquidità e flessibili.

Ogni fondo comune di investimento deve essere regolarmente registrato o iscritto nell’albo degli intermediari finanziari detenuto presso l'organo di vigilanza e controllo della Borsa valori. I fondi comuni di investimento possono essere classificati sulla base di molti parametri. Una prima distinzione riguarda la modalità di distribuzione dei profitti:
- fondi a distribuzione dei proventi, in cui le eventuali plusvalenze
realizzate in un arco temporale predefinito possono essere
accreditate in parte o interamente sul conto corrente del
risparmiatore sotto forma di cedola semestrale o annuale;
- fondi ad accumulazione dei proventi, in cui i guadagni
rimangono all'interno del fondo e il sottoscrittore li realizza (cioè
li trasforma in denaro contante) al momento della vendita delle
quote.

Un’ulteriore distinzione deve essere fatta tra:

- fondi chiusi: spesso sottoscritti da una sola categoria di individui
o gruppo di persone, e prevedono il rimborso delle quote
sottoscritte solo in periodi determinati. Sono caratterizzati da un
numero di quote predeterminato ed invariabile nel tempo.
L’ammontare minimo di ogni singola quota è in genere elevato, in
quanto si tratta di investimenti con un livello di rischio spesso
elevato;
- fondi aperti: sottoscritti da qualsiasi individuo o gruppo di
persone, e sono caratterizzati dalla variabilità del patrimonio (che
può quindi di giorno in giorno aumentare o diminuire in funzione
delle nuove sottoscrizioni o delle domande di rimborso delle
quote in circolazione) e rappresentano la forma più diffusa di
fondo.

In fine l’ultima distinzione e tra:
- PAC (Piano di Accumulo di Capitali): acquisto di quote non con
un unico versamento, bensì con versamenti periodici.
- PIC (Piano di Investimento di Capitale): i versamenti dei
sottoscrittori devono essere effettuati in un’unica soluzione.

Un’ulteriore tipologia di fondi sono gli Index founds, si tratta del tipico investimento in Indici. Gli Index funds sono fondi caratterizzati da una gestione sostanzialmente passiva, cioè una
strategia di gestione che ha come unico obiettivo replicare la performance del mercato, senza cercare di ottenere un extrarendimento. Il vantaggio principale che offrono è il contenimento dei costi, che possono essere anche molto inferiori a quelli legati alla detenzione dei fondi cosiddetti "attivi". Tale differenza è dovuta ai minori costi di gestione. Gli Index funds vengono gestiti
replicando la composizione dell’indice del mercato scelto (ad esempio un Index funds sul mercato americano può replicare l’andamento dell'indice Dow Jones Industrial Average, etc.). L’indicizzazione può essere effettuata detenendo in portafoglio tutte le attività finanziarie appartenenti all’indice nella stessa proporzione (effettuando dunque movimenti solo quando vengono aggiunti o eliminati titoli dall’indice), oppure replicando l’indice con un numero inferiore di titoli utilizzando particolari tecniche di selezione del portafoglio per scegliere i titoli più appropriati. Sono inoltre presenti gli Hedge founds.

Gli Hedge funds sono prodotti simili nella struttura ai fondi comuni di investimento. Rispetto a questi ultimi, si differenziano per la strategia di gestione adottata e per il numero di strumenti e tecniche a disposizione dei gestori. Si distinguono dai fondi comuni tradizionali per i seguenti elementi:
- limitazione all’ingresso: la partecipazione al fondo è in genere
riservata a investitori istituzionali, qualificati, o risparmiatori con
disponibilità patrimoniali consistenti. Inizialmente, la soglia
d'ingresso era stata stabilita in un milione di euro, in seguito
ridotta a 500 mila. Solitamente vi è anche un numero massimo
previsto di partecipanti (in Italia, 200 per fondo);
- limitazione all’uscita: la particolarità delle tecniche di gestione
utilizzate determina la necessità di mantenere stabile il patrimonio
impiegato; spesso quindi gli Hedge funds prevedono dei periodi
di immobilizzo pari anche ad un anno e oltre. In aggiunta a questo
occorre precisare che molti Hedge funds forniscono una
valorizzazione solo a livello mensile;
- strategie di investimento: gli Hedge funds sono caratterizzati da
una maggiore libertà nella scelta delle strategie di investimento da
adottare.
Ad esempio possono utilizzare:
- la leva finanziaria: il controvalore degli strumenti finanziari
detenuti in portafoglio può essere superiore al patrimonio
effettivamente disponibile, utilizzando l’indebitamento o
l’investimento in strumenti derivati;
- le tecniche di arbitraggio, cioè la compravendita simultanea di
titoli collegati per trarre vantaggio da una discrepanza di prezzi;
- vendite allo scoperto, cioè operazioni effettuate con titoli non
posseduti, finalizzate a conseguire profitti o a coprirsi contro i
ribassi del mercato.

In pratica, la scommessa del gestore è che, dopo aver venduto i titoli, questi perdano valore. In questo modo, quando per concludere l'operazione dovrà riacquistarli, lo farà a un prezzo inferiore, incassando quindi una plusvalenza. Sono disponibili inoltre i fondi di fondo, ossia fondi comuni il cui portafoglio è costituito non da titoli, ma da quote di altri fondi. La diversificazione è la caratteristica principale di questa tipologia di fondi la cui gestione è incentrata sulla scelta dei fondi da inserire in portafoglio (di solito 25-30). Potendo investire anche in quote
di Hedge funds, i fondi di fondi costituiscono per il piccolo risparmiatore un accesso diretto a questi ultimi, spesso loro preclusi a causa dell'elevata soglia di patrimonio in entrata. Sono presenti inoltre le SICAV (Società di investimento a capitale variabile), ossia Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio. Può essere paragonata a un fondo comune d'investimento, dal quale si differenzia perché, mentre nel Fondo d'investimento l’investitore è titolare di una quota del fondo stesso, che viene amministrato da una Società di gestione distinta,
nella SICAV l'investitore assume la qualifica di socio della Società gerente, il cui patrimonio coincide con il patrimonio amministrato.

Altra tipologia di fondi comuni sono i fondi immobiliari. Cioè si affida il proprio risparmio a una SGR che si occupa di investimenti immobiliari. Si dividono in aperti e chiusi. Per valutare un fondo comune di investimento si usa il benchmark. Il benchmark è un parametro oggettivo di riferimento con cui confrontare l'andamento del fondo comune e valutare il profilo di rischio. È costituito da uno o più indici di mercato,elaborati da soggetti terzi, che sintetizzano l'andamento dei mercati in cui investe il fondo. Oggi i fondi comuni di investimento rivestono una grande
importanza socio-economica, in quanto risultano l’unica fonte alla portata dei risparmiatori garante di una previdenza pensionistica (fondi pensione e fondi per l’ accantonamento e maturazione dei TFR) e sanitaria (fondi fiduciari) complementare a quellacontributiva ordinaria.

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

I principali strumenti di negoziazione in BORSA - parte III

Guida "IMPARIAMO A CONOSCERE LA BORSA"
"Report realizzato da Giovanni Romano"

Poi ci sono le obbligazioni (bonds) o titoli corporatet (obbligazioni societarie private). Sono una cosa nettamente diversa dalle azioni, infatti rappresentano titoli di credito. Si definiscono di credito perché l’acquirente dell’obbligazione comprandola finanzia la società che ha emesso quella data obbligazione, diventa in sostanza creditore della Società, ossia un finanziatore esterno, e la Società si trova in posizione di debito verso il compratore e per quest’ultima in realtà sono titoli di debito, infatti essa dovrà entro una certa scadenza restituire il capitale conferito dall’acquirente completamente rivalutato dell’ammontare di una percentuale di interessi a tasso fisso o variabile, stabilita precontrattualmente e conferita tramite o una cedola periodica (tagliandino che permette la riscossione del dividendo, nel caso delle azioni, e degli interessi, nel caso di obbligazioni a distribuzione degli interessi) o a scadenza contratto.

Le obbligazioni sono negoziate nel mercato delle obbligazioni e dei Titoli di Stato. Comunque è possibile distinguere più tipologie di obbligazioni, ognuna con clausole contrattuali diverse, le più importanti sono: obbligazioni ordinarie, obbligazioni convertibili (in azioni), obbligazioni in valuta, obbligazioni cum warrant, obbligazioni indicizzate, obbligazioni Zero-coupon ( prive di cedola periodica ), obbligazioni Drop-lock ( cadi e blocca ) e obbligazioni in ECU, quest’ultimi emessi da organismi istituzionali pubblici come Governi nazionali e altre pubbliche amministrazioni, si parla in tal caso di Titoli di Stato ( negli USA Treasuries, il più comune T-Bonds ), BOT, cioè Buoni Ordinari del Tesoro, BTP, CCT, CTS, CTO, CTE, CTR e BTE. Infine i derivati. Sono strumenti a contratto più particolari negoziati in Borsa, precisamente nel mercato dei derivati.

Tali strumenti derivati legano due controparti. Sono così denominati perché il loro valore dipende o deriva dal valore di mercato di altri strumenti finanziari, o sottostanti (azioni, ETF, indici, valute, tassi ecc..), a cui il contratto stesso si riferisce. I principali derivati negoziati nella Borsa valori sono i financialfutures, i warrants, i covered warrants, gli swaps e le opzioni. Il financial futures è un contratto a termine standardizzato (quelli prossimi alla scadenza possono essere definiti a pronto termine) su strumenti finanziari, con il quale le parti si obbligano a scambiarsi alla scadenza un certo quantitativo di determinate attività finanziarie (azioni, obbligazioni, indici azionari…) ad unprezzo stabilito.

Possono essere negoziati nel mercato regolamentato prima della scadenza, con la differenza che implicano prima o poi l’obbligo di esercizio da parte dell’ultimo compratore.
Comunque la peculiarità di essere standardizzati, rende questi contratti interscambiabili tra loro. Ciò rende possibile annullare impegni di acquisto o di vendita tramite compensazione, stipulando in tempo e prima della scadenza un contratto di segno opposto all'originale. In questo modo, verrà evitata la consegna dall'attività sottostante il contratto. Come per le opzioni anche i
financial futures vengono creati da organi che hanno i requisiti finanziari per farlo e preposti dalla Commissione di Borsa, e solo quelli possono essere contrattualizzati. Essendo strumenti di contrattualizzazione a margine, è necessaria l’esistenza di una Cassa di Compensazione e Garanzia (CCG), ne vedremo più approfonditamente la sua funzione in seguito.

L'acquisto di financial futures corrisponde ad una aspettativa di rialzo dell'attività sottostante, la vendita, invece, sottende una aspettativa al ribasso. Se le intenzioni fossero speculative la vendita del financial futures dovrà essere effettuata prima della scadenza contrattuale. Se invece le intenzioni sono di coprire un futuro acquisto/vendita dell’attività sottostante è sufficiente esercitare il contratto a scadenza. Inoltre in Borsa è stipulabile un altro tipo di contratto future, ossia il currency future; è un contratto uguale al financial futures (sempre creato da organi preposti a farlo), solo che ci si obbliga a scambiare una valuta per un'altra ad una data specifica e al prezzo (cambio) fissato alla data della contrattazione.

Questo strumento fa leva perciò sul mercato Forex. Si definisce warrant uno strumento finanziario derivato e quotato in Borsa. E’ un contratto a premio molto simile ad un’opzione e può essere negoziato nel mercato regolamentato, solo che a differenza delle opzioni non può essere venduto allo scoperto, cioè non lo si può vendere se non posseduto, non avendo così la facoltà di prendere beneficio dalla diminuzione di volatilità e daltrascorrere del tempo.

Questo compromette seriamente la flessibilità dello strumento e insabbia a sua volta molte strategie di trading che con le opzioni sarebbero possibili; per questi motivi è uno strumento in via di estinzione, completamente rimpiazzato dalle opzioni. Un warrant consiste in un contratto a premio che conferisce il diritto, ma non l’obbligo, di sottoscrivere l'acquisto (detti Warrant Call) o la vendita (detti Warrant Put) di una certa attività finanziaria sottostante a un prezzo e a una scadenza stabilita. Come per le opzioni Il prezzo d'acquisto del warrant prende il nome di premio. A seconda dell’attività sottostante si distinguono due tipologie di warrants:

1. Warrants: hanno come attività sottostante esclusivamente
azioni.
2. Covered warrants: possono avere come attività sottostante
azioni, obbligazioni, indici azionari o obbligazionari o anche
panieri di titoli, valute o tassi di interesse.

Il valore di un warrant è dato dagli stessi parametri che definiscono il valore delle opzioni: valore intrinseco ( si articolano infatti in ITM, ATM e OTM ), valore tempo e volatilità implicita.
Lo swaps è sempre un contratto a termine tra due controparti appartenente alla categoria dei derivati. Sono cioè stipulati tra due controparti privatamente su misura delle esigenze dei
sottoscrittori. È un derivato dei tassi di interesse o di valute, ha un periodo di durata obbligatoria e prestabilita precontrattualmente, e consiste nello scambio di flussi di cassa tra due controparti. Ad esempio A può acquistare un bond a tasso variabile e corrispondere gli interessi che percepisce per un arco di tempo a B. B, a sua volta, acquista un bond a tasso fisso, percepisce gli interessi variabili di A e gli gira gli interessi a tasso fisso.

Questa struttura può essere utile per immunizzarsi da fluttuazioni di mercato o gestire fondi comuni. Nell'accordo di swap vengono stabilite le date in cui i pagamenti verranno effettuati ed il modo in cui saranno calcolati. È possibile distinguere due tipologie di operazioni di swap sulla base dei flussi finanziari scambiati:
- swap di interessi (interest rate swap, irs);
- swap di valute (currency swap, cs). Sono molto simili, se non
concettualmente uguali, ai contratti forward, solo che non sono interscambiabili nel mercato telematico come lo sono questi ultimi.

In ultima analisi ci sono le opzioni. Le opzioni sono dei contratti a premio negoziati in Borsa, e precisamente nei mercati preposti allo scambio dei derivati come CBOE, BOX e PHLX. Corrispondono a dei contratti in base al quale si acquisisce il diritto ma non l’obbligo di acquistare (call option) o vendere (putoption) una predeterminata quantità di unità sottostanti. Sono contratti molto elastici, che possono essere sia acquistati che venduti allo scoperto. Le opzioni più utilizzate e negoziate sono senza dubbio le stock option. Le stock option hanno come sottostante le azioni, e sono lo strumento più speculativo in assoluto, ciò è dovuto al fatto che possono far leva su uno dei mercati più liquidi al mondo, quello azionario, in particolar modo quello USA, e poi perché raccolgono molti operatori, per cui sono molto utilizzate e facili da scambiare. Si tratta dello strumento più remunerativo e allo stesso tempo sicuro del mercato. Ma di questo ne parleremo dopo, ora terminiamo con la panoramica generale dei mercati borsistici.

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

I principali strumenti di negoziazione in BORSA - parte II

Guida "IMPARIAMO A CONOSCERE LA BORSA"
"Report realizzato da Giovanni Romano"

Quasi sempre gli individui che ricoprono una carica nel consiglio di amministrazione sono anche azionisti attivi della Società stessa(active share holder). Oltre all’elezione del gruppo manageriale al timone dell’azienda,in assemblea si vota anche per il collegio sindacale, che ha il compito di monitorare la modalità gestionale della top management per confermare la legittimità e la trasparenza della gestione stessa, tutto ciò allo scopo di tutelare anche e soprattutto i diritti dei dipendenti. Concludiamo con l’esame delle due restanti tipologie di azioni, ossia quelle privilegiate e di risparmio.Le azioni privilegiate differiscono da quelle ordinarie per il fatto che hanno il diritto di partecipare al riparto degli utili e delle attività residue in caso di liquidazione societaria prima di quelle ordinarie, ma in cambio non possono partecipare alle decisioni aziendali caratteristiche, ma solo a quelle di natura straordinaria.

Le azioni di risparmio sono le azioni che conferiscono un privilegio ai possessori nella distribuzione dei dividendi azionari. Ciò significa che vengono pagati prima i dividendi agli azionisti di risparmio e dopo nel caso l’ utile del periodo lo consenta vi è il riparto dei dividendi alle azioni privilegiate e ordinarie. Tuttavia le aziende che emettono queste tipologie di azioni sono molto residuali. Inoltre sul volere del proprietario le azioni privilegiate o di risparmio possono essere convertibili in azioni ordinarie.

Idealmente le azioni possono essere divise in: value stocks,growth stocks e bet stocks. Le value stock sono azioni emesse da una società con bilanci solidi, e che producono utili e li distribuiscono tra i soci. Le growth stock sono società altrettanto solide, ma non distribuiscono alcun dividendo, cioè l’utile viene completamente reinvestito in funzione del massimo sviluppo. Tali aziende infatti
sono quelle che hanno il costo unitario azionario più elevato in quanto permettono una maggiore possibilità di crescita del capitale. Infine le bet stock sono azioni di società molto giovani o momentaneamente in crisi, e pertanto risultano poco solide. Sono una vera e propria scommessa. Un’ulteriore distinzione può essere fatta osservando il prezzo: ossia le Blue Chips e le Penny stock. Le Blue Chips sono società che possiedono azioni a valore unitario elevato (intorno o superiore a 100$ ), le Penny stock al contrario sono società che hanno il valore unitario di un’ azione inferiore a un dollaro. Questi ultimi dopo un certo periodo, di norma 3 mesi, vengono cancellati dal listino (delisted) e verranno esclusivamente trattate fuori Borsa (Over the counter).

Un’azienda può essere tolta dal listino di Borsa non solo per la bassa capitalizzazione, ma anche per il basso volume di contrattazione, cioè i titoli che non interessano più agli investitori
dopo un certo periodo di stallo vengono tolti. Gli ETF (Exchange traded found), sono fondi comuni di investimento o panieri di titoli prescelti, divisi per singole quote e negoziati in Borsa come azioni. Gli ETF infatti sono giuridicamente nient’ altro che delle Società per azioni normalmente quotate. Gli ETF investono in valori mobiliari prescelti suddividendo successivamente il capitale in quote molto simili ad azioni. Pur trattandosi di fondi comuni di investimento,gli ETF vengono scambiati di continuo, proprio come titoli azionari, e come quest’ultimi pagano dei dividendi ai possessori. Un ETF è caratterizzato da un paniere di titoli quotati in un particolare mercato o indice di riferimento, il più famoso è l’ETF del NASDAQ, il QQQQ.

L’andamento di un’ETF dipende dall’andamento complessivo dei titoli scelti per costituirlo e facenti parte di un mercato di riferimento, nel caso del QQQQ il NASDAQ. Possiamo distinguere tra Index ETF e ETF gestiti. Gli Index ETF replicano semplicemente e in maniera del tutto automatica l’andamento di un paniere di titoli prescelti in un indice di riferimento. Gli ETF gestiti investono invece in panieri di titoli scelti in un settore di mercato e che a seconda della strategia gestionale possono pure cambiare in funzione del massimo rendimento, hanno infatti dei veri e propri manager che si occupano della gestione. Altri strumenti molto interessanti sono i REIT. REIT significa Real Estate Investment Trust, letteralmente: società fiduciaria per l'investimento in beni immobili. Sono normali società per azioni quotate in Borsa, che effettuano e gestiscono investimenti immobiliari e impartiscono regolarmente gli utili degli
investimenti effettuati.

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

I principali strumenti di negoziazione in BORSA - parte I

Guida "IMPARIAMO A CONOSCERE LA BORSA"
"Report realizzato da Giovanni Romano"

In Borsa si compra e si vende di tutto (attività finanziarie ovviamente), tale compravendita è regolata da determinate norme,fatte rispettare da un organo di controllo e di vigilanza nazionale atutela degli investitori (CONSOB in Italia). Non sono ammessistrumenti di negoziazione al di fuori dei contratti approvatiufficialmente e standardizzati. Esistono molti contratti che regolano i rapporti di compravenditatra due controparti, le principali sono:

Le azioni (stocks o shares) o titoli di capitale. Sono sicuramentegli strumenti finanziari più conosciuti e negoziati nel mercato secondario. Sono ottenute dividendo l'intera capitalizzazione per il numero di azioni emesse (flottante). L’operazione che serve a immettere nuove azioni sul mercato viene chiamata split azionario. L’operazione inversa allo split è il reversal split, ossia
non i più emissione di nuove azioni sul mercato, bensì il riacquisto e l’estinzione. Le azioni possono essere di più tipi: ordinarie, privilegiate, e di risparmio.

Le principali, ossia le più conosciute e negoziate sono le azioni ordinarie (common stocks).Queste corrispondono a unità elementari del patrimonio aziendaledi una Società. In pratica è come se la Società venisse fatta in tanti piccoli pezzi (finanziariamente) e venduta nel mercato ai compratori, che divengono dopo l’acquisto soci dell’impresa ocomproprietari e finanziatori interni, acquisendo così parte delcapitale sociale (equity). Gli azionisti sono responsabili dell’operato aziendale e degli oneri ricorrenti nei limiti del capitale conferito. La proprietà conferisce determinati diritti agli azionisti (shareholders), come il diritto alla divisione degli utili (dividendi) in ragione delle quote possedute, il diritto alla partecipazione della divisione del capitale sociale in caso di liquidazione (dopo aver pagato tutti i debiti verso i finanziatori esterni), sempre in ragione delle quote possedute, e di partecipare alle decisioni di “governance” dell’azienda.

Infatti ogni qual volta vi sia da prendere delle decisioni relative alle attività sia caratteristiche che straordinarie, viene convocata l’assemblea degli azionisti. Nelle assemblee si giunge al verdetto di importanti decisioni con il voto espresso da ogni singolo azionista, decisioni e scelte che influiscono sul futuro dell’azienda. L’influenza decisionale di ogni azionista è determinata in relazione al montante delle quotazioni in suo possesso, più azioni si posseggono e più flottante si controlla, e maggiore è il potere all’interno dell’assemblea, infatti paradossalmente nella maggior parte dei casi vale più il voto di un singolo grande azionista (azionista di maggioranza) che i voti di tanti piccoli azionisti. Il principale evento che richiede la convocazione dell’assemblea degli azionisti è l’elezione del consiglio di amministrazione (top management), che può essere in qualsiasi momento revocato qualora non abbia a suo favore la maggioranza degli azionisti.

I membri del consiglio di amministrazione (senior manager) responsabili illimitatamente dell’operato e degli oneri finanziari aziendali, a sua volta eleggono sia un presidente del consiglio di amministrazione, che rappresenta e fa le veci in pubblico e in assemblea degli amministratori, e sia un amministratore delegato al fine di ottimizzare la gestione. Quest’ultimo, sempre con i consensi e le adeguate valutazioni del consiglio di amministrazione (in quanto gli amministratori sono tutti ugualmente responsabili della gestione aziendale), organizza, amministra, assume e nomina il direttore generale e altri general manager a capo della direzione generale, e gestisce l’azienda con aspettative di maggior ricavi ed efficienza produttiva, in maniera tale da aumentarne il più possibile il valore.

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

Differenza tra Borsa valori e Borsa merci

Guida "IMPARIAMO A CONOSCERE LA BORSA"
"Report realizzato da Giovanni Romano"

Il termine Borsa in generale mira a indicare un mercato secondario organizzato all’interno del quale sono negoziati valori, merci e servizi. È possibile operare una distinzione tra Borsa valori e Borsa merci, principalmente sulla base dei prodotti e servizi scambiati e della particolare tipologia di affari commerciali che ivi hanno luogo. La Borsa merci è il mercato organizzato all’interno del quale avviene lo scambio di merci di vario tipo (quali, ad esempio,bestiame, lana ecc.).

Le merci sono depositate in appositi magazzini; la Borsa merci è il luogo deputato allo scambio di denaro e polizze di deposito, le quali attestano la disponibilità in

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

L’offerta pubblica societaria

Guida "IMPARIAMO A CONOSCERE LA BORSA"
"Report realizzato da Giovanni Romano"

Come ho già accennato, non tutte le Società possono essere quotate in Borsa, ma solo quelle che hanno raggiunto determinati volumi societari e finanziari. Un’azienda si accresce e si sviluppa
nel mercato primario, quando la crescita finanziaria e produttiva è sufficientemente elevata può presentare la richiesta di ammissione alla quotazione in Borsa, la società responsabile dopo le adeguate verifiche, dichiarerà la possibilità o meno di effettuare un’offerta pubblica di vendita (OPV, in inglese IPO, ossia initial pubblic offer) da proporre agli investitori del mercato da parte della società emittente e la successiva e adeguata divisione in azioni del capitale sociale stesso.

Quest’ultima infatti collocherà sul mercato una quantità stabilita di azioni ed ad un prezzo prefissato. Solitamente, per allargare la proprietà della società e trovare più finanziamenti, in maniera tale da renderla idonea alla quotazione, spesso si decide di costituire delle PRE-IPO, ossia la divisione del capitale aziendale tra una ristretta cerchia di soci (venture capitalists), ancor prima della presentazione dell’offerta pubblica iniziale, oppure si decide di porre l’offerta inizialmente nel cosiddetto Borsino, ossia come un’anticamera della Borsa dove si quotano le aziende più piccole ma in “rampa di lancio” per la Borsa vera e propria.

A questo punto siamo entrati nei più profondi “ingranaggi” del capitalismo moderno. Inoltre durante il corso della vita di un’azienda quotata, è sempre possibile emettere delle nuove azioni tramite l’offerta pubblica di sottoscrizione (OPS). Consiste nel collocamento sul mercato di una prefissata quantità di nuove azioni a prezzo stabilito nel caso di un aumento del capitale sociale.
Concludiamo il paragrafo con un’altra offerta pubblica non più fatta da una società, ma bensì da un soggetto giuridico potenziale azionista-acquirente, sto parlando dell’offerta pubblica d’acquisto.

È un’operazione il cui fine è di acquistare una partecipazione azionaria molto rilevante, infatti si può parlare in questi frangenti addirittura di acquisizione; è necessaria ogni qual volta si intende
comprare più del 25% del capitale sociale di una Società. L’offerta pubblica d’acquisto può essere:

- consensuale: quando il consiglio di amministrazione della società oggetto di scalata si pronuncia favorevole all'offerta stessa;

- ostile: quando il consiglio di amministrazione della società
oggetto della scalata si pronuncia contrario all’offerta stessa.

Comunque la costituzione di una società per azioni preclude due prerogative:una è il versamento minimo di quote in denaro, e l’altra è il conferimento, non obbligatorio, di quote in natura, ossia di beni patrimoniali. Le quote in natura possono essere trasferite solo dopo il controllo dell’autentica valutazione da parte di enti preposti dal tribunale, dopo di che immesse nel valore nominale delle azioni come parte integrante della quota oltre al denaro depositato. Le azioni verranno depositate in una banca depositaria per il loro intero valore nominale.


A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

La privatizzazione dei mercati mobiliari

Guida "IMPARIAMO A CONOSCERE LA BORSA"
"Report realizzato da Giovanni Romano"

Oggi i mercati Borsistici sono tutti privati, cioè ogni mercato è gestito e amministrato da società fondatrici del mercato stesso. Si tratta di società comunque in grado di gestire, e in alcuni casi
immettere liquidità, nominare e amministrare gli enti funzionali quali la Clearing House e il Consiglio di Borsa, nonché l’assunzione di floor broker specializzati, e nel caso si tratti di un
mercato totalmente telematico, l’approvvigionamento di sofisticatissimi terminali per la negoziazione.

Comunque ogni mercato per essere ufficializzato ed essere sottoposto al controllo
della Commissione di Borsa, deve essere iscritto a un apposito albo. Ovviamente i requisiti all’ufficializzazione richiedono determinati parametri preordinati in termini di capitalizzazione,
liquidità e numero di operatori. Il NYSE è il mercato più grande del mondo in termini di capitalizzazione. Se pur sia difficile comunque far concorrenza a questo colosso di mercato alla quale tutte le aziende del mondo aspirano, con l’estinzione dei vecchi mercati “trading room”, cioè alle grida, e il passaggio ai circuiti telematici privati, ossia gli Exchange network comunication
(ECN), la concorrenza tra mercati è molto più ferrata, questo perché sono venuti alla ribalta molti mercati nuovi, e che possono intimorire le vecchie istituzioni borsistiche, il NASDAQ ne è un limpido esempio.

Oltre ai mercati ufficiali esistono comunque dei mercati non soggetti a una regolamentazione precisa e ne tantomeno all’ufficializzazione. Sono i mercati Over the counter ( OTC ), riconosciuti pure come terzo mercato. Si tratta di mercati privati in cui avvengono le contrattazioni di strumenti finanziari non standardizzati e al di fuori di quelli regolamentati. Tali mercati sono il complesso delle operazioni di compravendita di titoli che non figurano nei listini di Borsa. Si tratta spesso di mercati rischiosi in termini di solvibilità delle controparti e poco liquidi
per il ridotto numero degli operatori.

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

mercoledì, novembre 26, 2008

Guida "IMPARIAMO A CONOSCERE LA BORSA" Corporation,Incorporation,Beni e Settori

"Report realizzato da Giovanni Romano"

Differenza tra Corporation e Incorporation
Operando nel mercato USA troveremo spesso imprese di natura Corp. e Inc. La differenza sostanziale tra una Corporation (Corp.)e una Incorporation (Inc.) è nel sistema di governance. Una Corporation non riconosce una marcata differenziazione tra proprietà e managment. Infatti spesso l’azionista di maggioranza (vedi Bill Gates) è primo proprietario e presidente del consiglio di amministrazione, cioè svolge ruoli di management alla pari degli altri amministratori, in modo che la responsabilità ed eventuali oneri finanziari verso terzi creditori risultano essere legati anche alla proprietà, non solo ai managers.

L’Incorporation invece riconosce una marcata distinzione tra proprietà e management, infatti la responsabilità amministrativa e gli oneri finanziari verso terzi creditori è completamente delegata ai manager che compongono il consiglio di amministrazione, e non agli azionisti di maggioranza.


Che genere di beni sono scambiati in Borsa
Come ho già detto, la Borsa può essere considerata come un grande mercato in cui vengono scambiati ogni genere di beni; badate che si tratta di beni cartacei, che sono una rappresentanza finanziaria del bene a cui si riferiscono. Tali attività finanziarie possono essere di diversa natura e conferiscono al beneficiario dei diritti legati al possesso di una determinata attività finanziaria, emessa direttamente sul mercato dalle aziende quotate, ossia aziende di produzione diretta o indiretta di beni economici o servizi, o grandi imprese commerciali di semplice erogazione e distribuzione, oppure può essere emessa da soggetti ed enti preposti. La Borsa è fantastica, si può trarre profitto da titoli finanziari che rappresentano qualsiasi attività imprenditoriale, dai beni di consumo quotidiani come alimentari ed elettricità, a beni comepetrolio, oro e tecnologie militari.

I settori
Gli investitori istituzionali solitamente classificano i titoli azionari in base alla loro attività produttiva in due grandi settori: beni di consumo “ciclici” e beni di consumo “non ciclici”. La differenza sostanziale tra i due sta nella “reattività” della domanda ad essi legata rispetto all’andamento complessivo dell’economia. La reattività è una grandezza che esprime la sensibilità della domanda di una data attività finanziaria rispetto alle variazioni economiche, tra cui il prezzo; gli studiosi di microeconomia la definiscono elasticità. I beni di consumo “ciclici” sono quei beni “elastici”, che risentono fortemente dell’andamento dei consumi e quindi dall’andamento economico di un contesto socio-politico in cui le aziende sono ubicate o i cui prodotti sono distribuiti. La loro domanda, infatti, dipende molto dai periodi di “espansione” o “recessione” dell’economia in generale, cioè dalla ciclicità di quest’ultima.

I beni di consumo “non ciclici” sono quei beni “anelastici”, così detti “difensivi”, poiché non seguono gli alti e bassi dell’economia (riconosciuti sotto il nome di commodities); questa
loro caratteristica è dovuta principalmente al fatto che si tratta di beni di prima necessità che non risentono in maniera particolare delle variazioni economiche, e sono utilizzati in qualunque
contesto socio-economico e politico, come alimentari, farmaceutici, utilities, energetici ecc.
Conoscere tali settori è importantissimo perché ti consentono di trarre vantaggio da qualsiasi scenario politico, sociale ed economico. Ritengo sia una cosa fondamentale capire i settori, perché ciò può portare a grossi guadagni, e poi perché è bello fare soldi con consapevolezza. Inoltre penso che fare trading sia un METODO, e ognuno sviluppa il proprio in maniera estremamente soggettiva, uno degli obbiettivi di questo Ebook è fornirti le informazioni necessarie per creare il tuo “trading system” (modo di fare trading). Per trading system si intende sia le modalità e le strategie di previsione e profitto, che il paniere di aziende “predilette” dall’operatore stesso, ossia dal trader. Per esempio a me piacemolto investire in tre settori che amo tanto, e sono: i tecnologici, le materie prime e gli energetici. Adesso vi fornisco una tabella dove classificherò i settori di mercato in base alle due categoriesopra citate, vi sarà certamente utile:


BENI DI CONSUMO CICLICI

MATERIE PRIME
INDUSTRIALI
TECNOLOGICI
BENI DI LARGO CONSUMO

BENI DI CONSUMO NON CICLICI
ALIMENTARI
TELECOM
UTILITIES
FARMACEUTICI

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

Guida "IMPARIAMO A CONOSCERE LA BORSA" A che cosa serve la Borsa?

"Report realizzato da Giovanni Romano"

La Borsa ha una funzione essenziale in uno scenario industrializzato, è come il “motore” dell’economia, un luogo in cui aziende e consumatori possono vincere insieme; questo perché
in Borsa le aziende trovano i finanziamenti necessari per accrescere la loro attività e la loro dimensione. L’alto grado di tecnologia e sviluppo industriale cui abbiamo assistito nell’occidente dalla seconda metà del ’900 coincide con la diffusione della Borsa valori.

In Borsa le aziende trovano i finanziamenti necessari per crescere e arricchirsi, creando nuovi posti di lavoro. Arricchendosi, si valorizza l’azienda stessa e di conseguenza l’intero apparato economico del conteso sociale in cui è ubicata. Ma a trarne vantaggio non sono solo le aziende, ma come ho già detto anche i consumatori, dando loro l’opportunità di partecipare alla ricchezza prodotta dall’azienda che loro stessi finanziano operando in Borsa. A mio avviso è un modo perfetto per rendere più “democratico” il mondo finanziario, perché le aziende in questo modo non si chiudono in una “brutta” governance a proprietà ristretta, facendo in tal modo solo gli affari dei Proprietari, ma si aprono al pubblico.

Non è un piacere diventare azionista, e quindi socio, di una casa farmaceutica che propone un nuovo farmaco guaritore frutto di ricerche finanziate dalla tua stessa partecipazione? Io sono un accanito procacciatore d’affari, ma se quest’ultimi si possono fare con una cosa utile, ancora meglio !

La lettura del Report prosegue sul prossimo post ;-)

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

martedì, novembre 25, 2008

Guida "IMPARIAMO a CONOSCERE la BORSA" La Borsa Valori

"Report realizzato da Giovanni Romano"

La Borsa valori è un mercato ufficiale, organizzato e regolamentato per la negoziazione di valori mobiliari, ovvero di strumenti finanziari che sono rappresentativi di quote di capitale di un’impresa (azioni), di debiti (obbligazioni) o sono da questi derivati (opzioni e futures). In realtà la Borsa è definita “mercato secondario” in quanto è contrapposta al “mercato primario”, cioè il mercato dove un’azienda nasce e si sviluppa solo dopo aver raggiunto una certa dimensione e determinati parametri finanziari può essere ammessa al mercato secondario, ossia alla quotazione in Borsa.

Per questo motivo la dimensione del mercato secondario è decisamente maggiore in termini di capitalizzazione. La Borsa valori nasce ufficialmente nel lontano 1719 a Parigi (la Bourse de
Paris), ma divenne un fenomeno di “massa” solo nella seconda metà del ’900 con l’era post-industriale. In economia per 7 “mercato” si intende il complesso degli atti di scambio che si
manifestano, o che potrebbero manifestarsi, in rapporto ad un determinato prodotto. Dal 18 luglio 1994 gli strumenti finanziari scambiati in Borsa vengono negoziati attraverso il sistema
telematico della Borsa valori, costituito da una rete di elaboratori e terminali, che permette di gestire automaticamente l'incrocio tra la domanda e l’offerta di strumenti finanziari.

In precedenza il sistema di negoziazione era alle “grida”, era appunto un mercato “fisico”, determinato da persone che negoziavano fisicamente in una grande sala; la contrattazione di
un titolo avveniva, e ancora oggi avviene, in un determinato arco orario, durante il quale gli intermediari gridavano i prezzi ai quali erano disposti a vendere o ad acquistare fin che non si perveniva a un prezzo ultimo (last price) con il quale avveniva la transazione, o meglio lo scambio. Ma attenzione: io sto parlando di Borsa in senso lato per descrivere il concetto stesso di Borsa. In realtà la Borsa non è una sola, esistono una molteplicità di Borse valori, così come una molteplicità di mercati finanziari in esse contenuti. Ogni paese industrializzato che si rispetti ha uno o più mercati regolamentati in cui sono quotate le aziende nazionali più capitalizzate, cioè Corporation (Corp.) e Incorporation (Inc.), ossia Public Company (Co.), in Italia riconosciute come Società per azioni (S.p.A). Oltre a queste negli USA sono quotate pure le Public Limited Company (Plc.). Questi ultimi corrispondono rispettivamente alle classiche Società in accomandita per azioni italiane (S.a.p.a).

La Borsa è un mercato regolamentato. Si definisce regolamentato perché ogni Borsa ha le proprie regole (fatte rispettare da un organo di controllo), e stabilisce i requisiti di ingresso alla quotazione in base al potenziale sviluppo industriale e macroeconomico del proprio paese.
Vivendo in piena era di globalizzazione ogni impresa ha la libertà di scegliere il mercato in cui farsi quotare, indipendentemente dalla locazione di origine e delle sedi centrali di produzione e
amministrazione. Badate che non tutte le Società possono essere quotate in Borsa, ma solo le Società di capitali che hanno un capitale sociale adeguato ai requisiti di ingresso, cioè che
soddisfano determinati requisiti in termini di dimensioni (economici, tecnico-produttivi, patrimoniali e organizzativi), in termini di “economie di scala” (grossi volumi di produzione a
costi unitari molto competitivi) sia a monte (volume di approvvigionamento elevato presso i fornitori e costi unitari ridotti), che a valle (volume di produzione elevato e costi unitari ridotti per i consumatori), e in termini di capitalizzazione (market cap).

Infatti tali requisiti sono spesso molto ferrei e poco flessibili (comunque variano da mercato a mercato) tanto che a volte possono compromettere i sani principi di una solida concorrenza.
Sono escluse dalla quotazione sia le imprese individuali che le semplici Società di persone. Inoltre, ricordate che la Borsa in generale è vista come un unico e singolo grande mercato, ma in realtà una Borsa contiene più mercati quotati al suo interno, a sua volta ognuno ordinato al suo interno in settori di contrattazione un tempo delineati dai così detti “recinti” (pit), ossia spazi riservati
alle contrattazioni alle grida di specifici beni economici o servizi appartenenti a uno specifico settore di mercato; ad esempio c’era il recinto dove si negoziavano i tecnologici, gli energetici, i
farmaceutici… Ma oggi, trattandosi di una gestione del tutto telematica, la divisione in settori è del tutto ideale, comunque tali mercati in Borsa sono tra loro divisi e ordinati in settori e a ogni
settore spettava il proprio recinto, dove avvenivano le negoziazioni dei beni in questione.

Purtroppo con l’avvento del sistema telematico i recinti sono spariti, questo perché praticamente non esiste più alcun luogo “fisico” in cui esercitare le contrattazioni. Le dimensioni della Borsa Valori sono legate soprattutto al numero e alle dimensioni delle aziende quotate, al numero degli
operatori e dei risparmiatori, e infine dalle varie tipologie degli strumenti finanziari contrattualizzabili.
DIMENSIONI DI BORSA:

CORPORATE MARKET CAP FINANZIARI
N. DI UTENTI
STRUMENTI

Molto importante prima di procedere è capire la differenza tra mercati cash o spot, e mercati dei derivati e dei futures. Nel mercato cash o spot si negoziano contratti a contanti o a pronti (azioni, obbligazioni, indici…), nel mercato dei derivati e dei futures invece si negoziano contratti a termine e a premio, il cui valore preclude l’esistenza di uno specifico sottostante.

La lettura del Report prosegue sul prossimo post ;-)

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

Guida "IMPARIAMO a CONOSCERE la BORSA" Introduzione

"Report realizzato da Giovanni Romano"

Questo ebook ha origine dalla mia più profonda passione per la Borsa e ha lo scopo di rendere questo affascinante, ma pur complicatissimo mondo alla portata di tutti.

Investire può essere molto disorientante per i non studiosi del settore, e penso che questo sia un problemino da risolvere. Se si vuol migliorare la propria vita finanziaria è giusto apprendere delle nozioni base, in quanto l’investimento mobiliare resta sempre e comunque una grossa fonte di ricchezza che non può mancare in un bilancio familiare ben amministrato.

Proprio per questo ritengo che non sia opportuno e corretto affidare la propria gestione finanziaria mobiliare esclusivamente a un consulente finanziario esterno, ma affidarsi a lui solo dopo aver redatto un proprio piano personale di investimento. Quello che sto dicendo è che ogni investitore dovrebbe andare dal consulente con un piano già fatto e prestabilito a tavolino per sé e per i propri interessi, a quel punto il lavoro del consulente è quello di esaminare il piano e eventualmente correggere determinate azioni e rendere il tutto operativamente possibile.

Quello che voglio dire e che soltanto noi possiamo pianificare al meglio per noi stessi, e trovo sia ridicolo affidare a un altro tale compito. Perciò che tu investa a breve, medio o lungo termine hai comunque bisogno di un piano strategico ben definito e solido, che ti protegga dai rischi della “follia” del mercato. L’Ebook è una semplice guida alle nozioni base della Borsa valori, tutto questo per renderla più orientante e agiata per qualsiasi individuo, che esso sia trader, investitore o un emerito incompetente in materia. E con immensa soddisfazione vi presenterò alla fine lo strumento che mi ha fatto diventare un trader di professione e ha cambiato la mia vita finanziaria.

La lettura del Report prosegue sul prossimo post ;-)

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

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