La cattiva notizia è che il 7 dicembre la Banca centrale europea ha operato l'ennesimo aumento del tasso di sconto, cioè il valore che farà pagare alle banche sul denaro dato loro in prestito.
In dodici mesi gli istituti di credito hanno così visto crescere il costo del denaro di un punto e mezzo, passando dal 2% del dicembre 2005 all'attuale 3,5%. Con la diretta conseguenza che anche noi utenti finali pagheremo più cari i soldi che le banche ci hanno prestato o ci presteranno.
La buona notizia è che, almeno per il momento, questi aumenti nel Veneziano sono stati ben assorbiti dalla clientela, ma anche ben gestiti dagli istituti di credito.
Quanto lo dice, con buona approssimazione, il settore mutui.
Il dato principale e più confortante è che nessuna delle banche interpellate (Unicredit, Banca Intesa, Bnl, San Paolo Carive) ha ricevuto massicce richieste di rinegoziazione di mutui a tasso variabile contratti qualche anno fa, quando i tassi erano decisamente più bassi.
Qualche domanda è stata presentata, per lo più da clienti a reddito fisso che hanno visto crescere un po' troppo la rata mensile. Per i clienti a reddito variabile invece il consiglio (ascoltato) pressoché unanime è quello di tenersi il mutuo com'è senza cambiarlo.
I dati più precisi vengono dalla Cassa di Risparmio di Venezia che ha deciso di contattare direttamente la clientela ritenuta più a rischio: quella con un mutuo erogato entro il 30 settembre 2005, di importo residuo superiore a 80mila euro e durata residua maggiore di 10 anni.
Fino ad oggi sono state interpellate oltre mille famiglie alle quali è stata offerta la possibilità di allungare la durata del mutuo fino a 30 anni bloccando l'importo della rata senza altri oneri. L'iniziativa ha avuto un tasso di adesione del 10%.
Anche gli altri istituti hanno segnalato che già da alcuni mesi si erano attrezzati per affrontare eventuali momenti di criticità nel settore, da un lato attraverso un'attenta valutazione con la clientela sulla convenienza o meno di una negoziazione, dall'altro offrendo la possibilità di una rinegoziazione agevolata, con sconti su spese notarili o penali, o della trasformazione del mutuo a rata costante ma a periodo variabile.
Altro dato emerso è quello di una sostanziale buona informazione della clientela in relazione a vantaggi e svantaggi delle diverse tipologie di mutuo. Se non è ancora del tutto sconveniente accedere ad un mutuo a tasso variabile, la tendenza è quella di preferire il tasso fisso. Segno che gli aumenti del costo del denaro, almeno a livello psicologico, sono stati ben percepiti e assimilati.
di Roberto Vivian FONTE: GVonline.it
venerdì, dicembre 22, 2006
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento