Il costo del denaro è salito al 3,5%. Sono in arrivo nuovi aumenti nei primi mesi del 2007
La Bce è preoccupata per la ripresa dell’inflazione. La strategia pesa sulle tasche del popolo delle rate
È STATO l’anno dei rialzi dei tassi d’interesse. Sei incrementi in 12 mesi. L’ultimo, di un quarto di punto percentuale, deciso dalla Bce ha portato il tasso base al 3,50%. E per il 2007 sono in arrivo nuove strette monetarie, secondo quanto ha lasciato trapelare dalle sue dichiarazioni il presidente dell’Eurotower, Jean-Claude Trichet, preoccupato per una ripresa della spirale inflazionistica. Il rischio di un surriscaldamento dei prezzi, secondo Trichet, è dovuto al fatto che Eurolandia si prepara a inaugurare il 2007 con una crescita «solida». E quindi l’inflazione «probabilmente» aumenterà ancora. Per evitare contraccolpi, la Banca centrale europea si dice pronta ad agire «puntualmente» e «con fermezza» per contenere il previsto rialzo dei prezzi, confermando indirettamente così la sua propensione verso un nuovo incremento dei tassi. Per il popolo delle rate, quindi, si preannunciano tempi bui. Soprattutto per coloro che hanno un mutuo a tasso variabile, ma le conseguenze si ripercuoteranno anche su chi ha scelto il tasso fisso. L’ultimo aumento dei tassi dello 0,25%, secondo i calcoli dell’Adusbef, è costato caro alle famiglie italiane. Non solo mutui, ma la stretta riguarda anche l’onere dei prestiti, di quelli accesi per l’acquisto di piccoli elettrodomestici o di auto nuove, e più difficile sarà anche rifinanziare il debito pubblico (oggi già a oltre 27 mila euro a testa). Secondo i calcoli dell’Adusbef, ad esempio, un mutuo di 100 mila euro a 10 anni al 5% comporta una rata mensile di 1.060,66 euro o semestrale di 6.414,71. Un aumento del tasso al 5,25% comporterà un aumento di 12,25 euro sulla rata mensile (+147 euro annui) o di 75,99 euro sulla rata semestrale (+151,98 euro l’anno). Per un mutuo di 200 mila euro a 10 anni un tasso al 5% comporta una rata mensile di 2.121,32 euro o semestrale di 12.829,42. Un aumento al 5,25% comporterà un rincaro di 24,50 euro sulla rata mensile (+294,00 annui) o di 151,98 euro sulla rata semestrale (+303,96 euro l’anno). Discorso simile per i prestiti. Ricorrere ad una linea di credito da 6.000 euro per l'acquisto di elettrodomestici ed altri prodotti per la casa, sostiene l’Adusbef, comporterà un aumento complessivo della somma rimborsata in 5 anni di circa 93 euro. Per arredare casa o acquistare un'auto con un prestito da 15 mila euro si sborseranno in media 228 euro in più, mentre per affrontare spese di maggiore entità (matrimonio, iniziative commerciali) con un prestito da 30 mila euro, serviranno in 5 anni 453 euro in più. Nei primi mesi del 2007, secondo quanto si attendono gli operatori, arriverà una nuova stretta sui tassi. L’economia in Europa corre e questo scenario però comporta rischi legati soprattutto alla possibilità di un rinnovato aumento dei prezzi del greggio. A questa variabile, poi, bisogna aggiungere ulteriori incrementi delle tariffe e delle imposte indirette. In questo quadro, Trichet ha sottolineato che una «politica monetaria accomodante si tradurrebbe solo in un tasso d’inflazione elevato e inietterebbe volatilità nell’economia».
FONTE: Il TEMPO
mercoledì, dicembre 27, 2006
Tassi, sei rialzi nel 2006. Stangata sui mutui
Il costo del denaro è salito al 3,5%. Sono in arrivo nuovi aumenti nei primi mesi del 2007
La Bce è preoccupata per la ripresa dell’inflazione. La strategia pesa sulle tasche del popolo delle rate
È STATO l’anno dei rialzi dei tassi d’interesse. Sei incrementi in 12 mesi. L’ultimo, di un quarto di punto percentuale, deciso dalla Bce ha portato il tasso base al 3,50%. E per il 2007 sono in arrivo nuove strette monetarie, secondo quanto ha lasciato trapelare dalle sue dichiarazioni il presidente dell’Eurotower, Jean-Claude Trichet, preoccupato per una ripresa della spirale inflazionistica. Il rischio di un surriscaldamento dei prezzi, secondo Trichet, è dovuto al fatto che Eurolandia si prepara a inaugurare il 2007 con una crescita «solida». E quindi l’inflazione «probabilmente» aumenterà ancora. Per evitare contraccolpi, la Banca centrale europea si dice pronta ad agire «puntualmente» e «con fermezza» per contenere il previsto rialzo dei prezzi, confermando indirettamente così la sua propensione verso un nuovo incremento dei tassi. Per il popolo delle rate, quindi, si preannunciano tempi bui. Soprattutto per coloro che hanno un mutuo a tasso variabile, ma le conseguenze si ripercuoteranno anche su chi ha scelto il tasso fisso. L’ultimo aumento dei tassi dello 0,25%, secondo i calcoli dell’Adusbef, è costato caro alle famiglie italiane. Non solo mutui, ma la stretta riguarda anche l’onere dei prestiti, di quelli accesi per l’acquisto di piccoli elettrodomestici o di auto nuove, e più difficile sarà anche rifinanziare il debito pubblico (oggi già a oltre 27 mila euro a testa). Secondo i calcoli dell’Adusbef, ad esempio, un mutuo di 100 mila euro a 10 anni al 5% comporta una rata mensile di 1.060,66 euro o semestrale di 6.414,71. Un aumento del tasso al 5,25% comporterà un aumento di 12,25 euro sulla rata mensile (+147 euro annui) o di 75,99 euro sulla rata semestrale (+151,98 euro l’anno). Per un mutuo di 200 mila euro a 10 anni un tasso al 5% comporta una rata mensile di 2.121,32 euro o semestrale di 12.829,42. Un aumento al 5,25% comporterà un rincaro di 24,50 euro sulla rata mensile (+294,00 annui) o di 151,98 euro sulla rata semestrale (+303,96 euro l’anno). Discorso simile per i prestiti. Ricorrere ad una linea di credito da 6.000 euro per l'acquisto di elettrodomestici ed altri prodotti per la casa, sostiene l’Adusbef, comporterà un aumento complessivo della somma rimborsata in 5 anni di circa 93 euro. Per arredare casa o acquistare un'auto con un prestito da 15 mila euro si sborseranno in media 228 euro in più, mentre per affrontare spese di maggiore entità (matrimonio, iniziative commerciali) con un prestito da 30 mila euro, serviranno in 5 anni 453 euro in più. Nei primi mesi del 2007, secondo quanto si attendono gli operatori, arriverà una nuova stretta sui tassi. L’economia in Europa corre e questo scenario però comporta rischi legati soprattutto alla possibilità di un rinnovato aumento dei prezzi del greggio. A questa variabile, poi, bisogna aggiungere ulteriori incrementi delle tariffe e delle imposte indirette. In questo quadro, Trichet ha sottolineato che una «politica monetaria accomodante si tradurrebbe solo in un tasso d’inflazione elevato e inietterebbe volatilità nell’economia».
FONTE: Il TEMPO
Il costo del denaro è salito al 3,5%. Sono in arrivo nuovi aumenti nei primi mesi del 2007
La Bce è preoccupata per la ripresa dell’inflazione. La strategia pesa sulle tasche del popolo delle rate
È STATO l’anno dei rialzi dei tassi d’interesse. Sei incrementi in 12 mesi. L’ultimo, di un quarto di punto percentuale, deciso dalla Bce ha portato il tasso base al 3,50%. E per il 2007 sono in arrivo nuove strette monetarie, secondo quanto ha lasciato trapelare dalle sue dichiarazioni il presidente dell’Eurotower, Jean-Claude Trichet, preoccupato per una ripresa della spirale inflazionistica. Il rischio di un surriscaldamento dei prezzi, secondo Trichet, è dovuto al fatto che Eurolandia si prepara a inaugurare il 2007 con una crescita «solida». E quindi l’inflazione «probabilmente» aumenterà ancora. Per evitare contraccolpi, la Banca centrale europea si dice pronta ad agire «puntualmente» e «con fermezza» per contenere il previsto rialzo dei prezzi, confermando indirettamente così la sua propensione verso un nuovo incremento dei tassi. Per il popolo delle rate, quindi, si preannunciano tempi bui. Soprattutto per coloro che hanno un mutuo a tasso variabile, ma le conseguenze si ripercuoteranno anche su chi ha scelto il tasso fisso. L’ultimo aumento dei tassi dello 0,25%, secondo i calcoli dell’Adusbef, è costato caro alle famiglie italiane. Non solo mutui, ma la stretta riguarda anche l’onere dei prestiti, di quelli accesi per l’acquisto di piccoli elettrodomestici o di auto nuove, e più difficile sarà anche rifinanziare il debito pubblico (oggi già a oltre 27 mila euro a testa). Secondo i calcoli dell’Adusbef, ad esempio, un mutuo di 100 mila euro a 10 anni al 5% comporta una rata mensile di 1.060,66 euro o semestrale di 6.414,71. Un aumento del tasso al 5,25% comporterà un aumento di 12,25 euro sulla rata mensile (+147 euro annui) o di 75,99 euro sulla rata semestrale (+151,98 euro l’anno). Per un mutuo di 200 mila euro a 10 anni un tasso al 5% comporta una rata mensile di 2.121,32 euro o semestrale di 12.829,42. Un aumento al 5,25% comporterà un rincaro di 24,50 euro sulla rata mensile (+294,00 annui) o di 151,98 euro sulla rata semestrale (+303,96 euro l’anno). Discorso simile per i prestiti. Ricorrere ad una linea di credito da 6.000 euro per l'acquisto di elettrodomestici ed altri prodotti per la casa, sostiene l’Adusbef, comporterà un aumento complessivo della somma rimborsata in 5 anni di circa 93 euro. Per arredare casa o acquistare un'auto con un prestito da 15 mila euro si sborseranno in media 228 euro in più, mentre per affrontare spese di maggiore entità (matrimonio, iniziative commerciali) con un prestito da 30 mila euro, serviranno in 5 anni 453 euro in più. Nei primi mesi del 2007, secondo quanto si attendono gli operatori, arriverà una nuova stretta sui tassi. L’economia in Europa corre e questo scenario però comporta rischi legati soprattutto alla possibilità di un rinnovato aumento dei prezzi del greggio. A questa variabile, poi, bisogna aggiungere ulteriori incrementi delle tariffe e delle imposte indirette. In questo quadro, Trichet ha sottolineato che una «politica monetaria accomodante si tradurrebbe solo in un tasso d’inflazione elevato e inietterebbe volatilità nell’economia».
FONTE: Il TEMPO
Mutui agevolati a Vernio con CariPrato
Mutui agevolati a Vernio con CariPrato per restaurare le facciate delle abitazioni
Vernio 26 dicembre 2006 – E’ stato raggiunta nei giorni scorsi una intesa fra il Comune di Vernio e CariPrato per incentivare la sistemazione delle facciate delle abitazioni grazie all’erogazione da parte della banca di una serie di mutui agevolati. Alla conferenza stampa di presentazione di questa iniziativa erano presenti il sindaco di Vernio Paolo Cecconi, Vincenzo Mellace responsabile Carprato Area Pratese, Umberto Mannocci Responsabile Cariprato Enti Locali, Massimo Gioia direttore della fliale Cariprato di Vernio e Alberto Chiaramonti responsabile Cariprato per la Val di Bisenzio. L’intesa riguarda la messa a disposizione da parte di CariPrato un plafond di quattro milioni di euro destinato ai cittadini del Comune di Vernio che intendono rifare la facciata della propria abitazione. L’importo massimo finanziabili di ogni singolo mutuo sarà di 40 mila euro al tasso Euribor 3 mesi aumentato di 1,50 p.p. (attualmente tasso complessivo 5,14). La durata è da un minimo di 18 mesi ad un massimo di 7 anni. Molto semplificata anche la documentazione richiesta a corredo: in pratica basta presentare una copia del documento attestante il reddito del richiedente(busta paga,e/o mod.101 e/o 730), una copia lettera di denuncia inizio attività (DIA) inoltrata al comune e il preventivo di spesa.
“La cura esterna delle singole abitazioni riveste una notevole importanza per la immagine complessiva che si riceve del territorio – ha commentato il sindaco Paolo Cecconi - per un comune come Vernio, che punta alla promozione del yurismo e alla valorizzazione paesaggistica, la sistemazione delle facciate esterne degli immobili assume una rilevanza centrale. La previsione di meccanismi – ha aggiunto - come l’accordo con banche che operano nell’ambito comunale, per incentivare il restauro delle facciate degli immobili con forme di agevolazione finanziaria sui prestiti può divenire per il Comune di Vernio un importante canale di promozione per la qualificazione dei nuclei abitati esistenti ed in particolare per quelli di maggiore rilevanza storico-architettonica”. “Questo accordo ci riempie di soddisfazione – ha poi sottolineato Vincenzo Mellace responsabile Carprato Area Pratese – perché per una banca legata al territorio come la nostra è importante dare contributo alla valorizzazione del territorio. Si tratta di mutui molto semplici da richiedere e ci auguriamo che tanti cittadini aderiscono all’iniziativa e che l’esempio di Vernio possa essere seguito anche dagli altri comuni della vallata”.
FONTE: Firenze.it
Vernio 26 dicembre 2006 – E’ stato raggiunta nei giorni scorsi una intesa fra il Comune di Vernio e CariPrato per incentivare la sistemazione delle facciate delle abitazioni grazie all’erogazione da parte della banca di una serie di mutui agevolati. Alla conferenza stampa di presentazione di questa iniziativa erano presenti il sindaco di Vernio Paolo Cecconi, Vincenzo Mellace responsabile Carprato Area Pratese, Umberto Mannocci Responsabile Cariprato Enti Locali, Massimo Gioia direttore della fliale Cariprato di Vernio e Alberto Chiaramonti responsabile Cariprato per la Val di Bisenzio. L’intesa riguarda la messa a disposizione da parte di CariPrato un plafond di quattro milioni di euro destinato ai cittadini del Comune di Vernio che intendono rifare la facciata della propria abitazione. L’importo massimo finanziabili di ogni singolo mutuo sarà di 40 mila euro al tasso Euribor 3 mesi aumentato di 1,50 p.p. (attualmente tasso complessivo 5,14). La durata è da un minimo di 18 mesi ad un massimo di 7 anni. Molto semplificata anche la documentazione richiesta a corredo: in pratica basta presentare una copia del documento attestante il reddito del richiedente(busta paga,e/o mod.101 e/o 730), una copia lettera di denuncia inizio attività (DIA) inoltrata al comune e il preventivo di spesa.
“La cura esterna delle singole abitazioni riveste una notevole importanza per la immagine complessiva che si riceve del territorio – ha commentato il sindaco Paolo Cecconi - per un comune come Vernio, che punta alla promozione del yurismo e alla valorizzazione paesaggistica, la sistemazione delle facciate esterne degli immobili assume una rilevanza centrale. La previsione di meccanismi – ha aggiunto - come l’accordo con banche che operano nell’ambito comunale, per incentivare il restauro delle facciate degli immobili con forme di agevolazione finanziaria sui prestiti può divenire per il Comune di Vernio un importante canale di promozione per la qualificazione dei nuclei abitati esistenti ed in particolare per quelli di maggiore rilevanza storico-architettonica”. “Questo accordo ci riempie di soddisfazione – ha poi sottolineato Vincenzo Mellace responsabile Carprato Area Pratese – perché per una banca legata al territorio come la nostra è importante dare contributo alla valorizzazione del territorio. Si tratta di mutui molto semplici da richiedere e ci auguriamo che tanti cittadini aderiscono all’iniziativa e che l’esempio di Vernio possa essere seguito anche dagli altri comuni della vallata”.
FONTE: Firenze.it
venerdì, dicembre 22, 2006
Mutui più cari, ma non c’è panico
La cattiva notizia è che il 7 dicembre la Banca centrale europea ha operato l'ennesimo aumento del tasso di sconto, cioè il valore che farà pagare alle banche sul denaro dato loro in prestito.
In dodici mesi gli istituti di credito hanno così visto crescere il costo del denaro di un punto e mezzo, passando dal 2% del dicembre 2005 all'attuale 3,5%. Con la diretta conseguenza che anche noi utenti finali pagheremo più cari i soldi che le banche ci hanno prestato o ci presteranno.
La buona notizia è che, almeno per il momento, questi aumenti nel Veneziano sono stati ben assorbiti dalla clientela, ma anche ben gestiti dagli istituti di credito.
Quanto lo dice, con buona approssimazione, il settore mutui.
Il dato principale e più confortante è che nessuna delle banche interpellate (Unicredit, Banca Intesa, Bnl, San Paolo Carive) ha ricevuto massicce richieste di rinegoziazione di mutui a tasso variabile contratti qualche anno fa, quando i tassi erano decisamente più bassi.
Qualche domanda è stata presentata, per lo più da clienti a reddito fisso che hanno visto crescere un po' troppo la rata mensile. Per i clienti a reddito variabile invece il consiglio (ascoltato) pressoché unanime è quello di tenersi il mutuo com'è senza cambiarlo.
I dati più precisi vengono dalla Cassa di Risparmio di Venezia che ha deciso di contattare direttamente la clientela ritenuta più a rischio: quella con un mutuo erogato entro il 30 settembre 2005, di importo residuo superiore a 80mila euro e durata residua maggiore di 10 anni.
Fino ad oggi sono state interpellate oltre mille famiglie alle quali è stata offerta la possibilità di allungare la durata del mutuo fino a 30 anni bloccando l'importo della rata senza altri oneri. L'iniziativa ha avuto un tasso di adesione del 10%.
Anche gli altri istituti hanno segnalato che già da alcuni mesi si erano attrezzati per affrontare eventuali momenti di criticità nel settore, da un lato attraverso un'attenta valutazione con la clientela sulla convenienza o meno di una negoziazione, dall'altro offrendo la possibilità di una rinegoziazione agevolata, con sconti su spese notarili o penali, o della trasformazione del mutuo a rata costante ma a periodo variabile.
Altro dato emerso è quello di una sostanziale buona informazione della clientela in relazione a vantaggi e svantaggi delle diverse tipologie di mutuo. Se non è ancora del tutto sconveniente accedere ad un mutuo a tasso variabile, la tendenza è quella di preferire il tasso fisso. Segno che gli aumenti del costo del denaro, almeno a livello psicologico, sono stati ben percepiti e assimilati.
di Roberto Vivian FONTE: GVonline.it
In dodici mesi gli istituti di credito hanno così visto crescere il costo del denaro di un punto e mezzo, passando dal 2% del dicembre 2005 all'attuale 3,5%. Con la diretta conseguenza che anche noi utenti finali pagheremo più cari i soldi che le banche ci hanno prestato o ci presteranno.
La buona notizia è che, almeno per il momento, questi aumenti nel Veneziano sono stati ben assorbiti dalla clientela, ma anche ben gestiti dagli istituti di credito.
Quanto lo dice, con buona approssimazione, il settore mutui.
Il dato principale e più confortante è che nessuna delle banche interpellate (Unicredit, Banca Intesa, Bnl, San Paolo Carive) ha ricevuto massicce richieste di rinegoziazione di mutui a tasso variabile contratti qualche anno fa, quando i tassi erano decisamente più bassi.
Qualche domanda è stata presentata, per lo più da clienti a reddito fisso che hanno visto crescere un po' troppo la rata mensile. Per i clienti a reddito variabile invece il consiglio (ascoltato) pressoché unanime è quello di tenersi il mutuo com'è senza cambiarlo.
I dati più precisi vengono dalla Cassa di Risparmio di Venezia che ha deciso di contattare direttamente la clientela ritenuta più a rischio: quella con un mutuo erogato entro il 30 settembre 2005, di importo residuo superiore a 80mila euro e durata residua maggiore di 10 anni.
Fino ad oggi sono state interpellate oltre mille famiglie alle quali è stata offerta la possibilità di allungare la durata del mutuo fino a 30 anni bloccando l'importo della rata senza altri oneri. L'iniziativa ha avuto un tasso di adesione del 10%.
Anche gli altri istituti hanno segnalato che già da alcuni mesi si erano attrezzati per affrontare eventuali momenti di criticità nel settore, da un lato attraverso un'attenta valutazione con la clientela sulla convenienza o meno di una negoziazione, dall'altro offrendo la possibilità di una rinegoziazione agevolata, con sconti su spese notarili o penali, o della trasformazione del mutuo a rata costante ma a periodo variabile.
Altro dato emerso è quello di una sostanziale buona informazione della clientela in relazione a vantaggi e svantaggi delle diverse tipologie di mutuo. Se non è ancora del tutto sconveniente accedere ad un mutuo a tasso variabile, la tendenza è quella di preferire il tasso fisso. Segno che gli aumenti del costo del denaro, almeno a livello psicologico, sono stati ben percepiti e assimilati.
di Roberto Vivian FONTE: GVonline.it
venerdì, dicembre 15, 2006
Intesa studia securitisation mutui casa 3-4 mld in trim1
MILANO, 14 dicembre (Reuters) - Banca Intesa (BIN.MI: Quotazione, Profilo) ha allo studio un'operazione di cartolarizzazione di mutui residenziali (Rmbs) da 3-4 miliardi di euro per il primo trimestre del prossimo anno, riferiscono alcune fonti finanziarie.
L'ultima operazione Rmbs di Intesa risale al febbraio 2003 quando è approdata sul mercato IntesaBci Sec2 per due miliardi di euro.
Attualmente il primato italiano sulle cartolarizzazioni di mutui casa spetta alla prima operazione della serie Cordusio Rmbs realizzata da Unicredit (CRDI.MI: Quotazione, Profilo) nell'aprile 2005 per circa tre miliardi di euro.
Dal primo gennaio sarà effettiva la fusione tra Banca Intesa e San Paolo Imi (SPI.MI: Quotazione, Profilo) che darà vita al primo gruppo bancario italiano per sportelli e clientela.
FONTE: Borsa Italiana
L'ultima operazione Rmbs di Intesa risale al febbraio 2003 quando è approdata sul mercato IntesaBci Sec2 per due miliardi di euro.
Attualmente il primato italiano sulle cartolarizzazioni di mutui casa spetta alla prima operazione della serie Cordusio Rmbs realizzata da Unicredit (CRDI.MI: Quotazione, Profilo) nell'aprile 2005 per circa tre miliardi di euro.
Dal primo gennaio sarà effettiva la fusione tra Banca Intesa e San Paolo Imi (SPI.MI: Quotazione, Profilo) che darà vita al primo gruppo bancario italiano per sportelli e clientela.
FONTE: Borsa Italiana
Chi offre i mutui più convenienti
Nell'osservatorio MutuiOnline-Lamiafinanza, i migliori finanziamenti disponibili on line
Il recente aumento dei tassi da parte della Banca centrale europea fa sentire i suoi effetti sui mutui immobiliari. Rispetto all'ultima rilevazione dell'Osservatorio MutuiOnline-Lamiafinanza, dello scorso settembre, i mutui più convenienti (vedere la tabella qui sotto) hanno oggi un tasso del 4,55% (mutui a tasso variabile nelle durate da 20 a 30 anni proposti da Bipop Carire), mentre tre mesi fa si potevano spuntare tassi del 4,19%, sempre sul tasso variabile, per durate fino a 30 anni. A dieci e 15 anni le offerte più convenienti sono di Ing Direct, come tre mesi fa, ma il tasso è passato dal 4,19 al 4,60%. Nella durata massima, 40 anni, l'offerta più conveniente è quella degli australiani di Macquarie Bank: 4,98% contro il 4,67% di GE Money Bank di tre mesi fa.
Più stabili i costi dei mutui a tasso fisso. Anzi, rispetto a settembre qui si possono trovare offerte più convenienti. Per esempio, a dieci anni, Popolare italiana offre un finanziamento al 4,74% (contro il 4,77% proposto a suo tempo da Banca di Roma), mentre a 20 anni Cariparma applica un tasso del 4,86%, contro il 5,10% di tre mesi fa di Montepaschi. A 15 e 20 è Cariparma e Piacenza a proporre i migliori mutui, a tassi del 4,81 e 4,86% rispettivamente.
Occorre ricordare che quelli riportati sono soltanto esempi, riferiti - come spiegato qui sotto - a una precisa ipotesi: cambiando l'importo richiesto, e le caratteristiche del richiedente e dell'immobile le condizioni possono mutare.
Fonte: La mia Finanza
Il recente aumento dei tassi da parte della Banca centrale europea fa sentire i suoi effetti sui mutui immobiliari. Rispetto all'ultima rilevazione dell'Osservatorio MutuiOnline-Lamiafinanza, dello scorso settembre, i mutui più convenienti (vedere la tabella qui sotto) hanno oggi un tasso del 4,55% (mutui a tasso variabile nelle durate da 20 a 30 anni proposti da Bipop Carire), mentre tre mesi fa si potevano spuntare tassi del 4,19%, sempre sul tasso variabile, per durate fino a 30 anni. A dieci e 15 anni le offerte più convenienti sono di Ing Direct, come tre mesi fa, ma il tasso è passato dal 4,19 al 4,60%. Nella durata massima, 40 anni, l'offerta più conveniente è quella degli australiani di Macquarie Bank: 4,98% contro il 4,67% di GE Money Bank di tre mesi fa.
Più stabili i costi dei mutui a tasso fisso. Anzi, rispetto a settembre qui si possono trovare offerte più convenienti. Per esempio, a dieci anni, Popolare italiana offre un finanziamento al 4,74% (contro il 4,77% proposto a suo tempo da Banca di Roma), mentre a 20 anni Cariparma applica un tasso del 4,86%, contro il 5,10% di tre mesi fa di Montepaschi. A 15 e 20 è Cariparma e Piacenza a proporre i migliori mutui, a tassi del 4,81 e 4,86% rispettivamente.
Occorre ricordare che quelli riportati sono soltanto esempi, riferiti - come spiegato qui sotto - a una precisa ipotesi: cambiando l'importo richiesto, e le caratteristiche del richiedente e dell'immobile le condizioni possono mutare.
Fonte: La mia Finanza
Falsi mutui, maxi truffa a due banche
Venezia, gli indagati accedevano finanziamenti a prezzi gonfiati
con danni per gli istituti di credito di decine di milioni di euro
L'operazione della Guardia di Finanza coinvolge alcuni
imprenditori, un notaio e due direttori di istituto di credito
La Guardia di Finanza di Venezia ha scoperto una truffa per 13 milioni di euro
VENEZIA - Maxi truffa ai danni di due banche. Arrestati cinque imprenditori e un direttore di banca veneziano; obbligo di dimora per un notaio. Il Nucleo di Polizia Tributaria della Gdf di Venezia ha bloccato una truffa in ambito immobiliare per oltre 13 milioni che durava da circa due anni.
Scopo della truffa, ottenere mutui da due istituti di credito nazionali con sedi in Veneto, al cui interno gli imprenditori potevano contare su alcuni direttori di banca compiacenti (un altro risulta indagato), pronti ad erogare i crediti accettando perizie di stima gonfiate su un'ottantina di immobili di scarso valore nelle province di Venezia e Treviso. Mediamente, il prezzo degli edifici veniva raddoppiato.
Gli imprenditori - U.C. di Treviso, B.A. di Trento, S.S. di Pescara, più un pugliese e un abruzzese -, secondo quanto accertato dalle fiamme gialle, non eseguivano però in prima persona le compravendite, ma si avvalevano di una rete di falsi acquirenti, per lo più studenti, provenienti in particolare dall'Abruzzo, ed extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, ai quali veniva corrisposta una cifra esigua rispetto all'ammontare dell'affare, circa mille euro.
Gli atti di compravendita erano poi certificati da un notaio, S.C., della provincia di Venezia. Le Fiamme Gialle, dopo aver notato uno strano traffico di persone nello studio del notaio, per circa un anno hanno eseguito meticolosi accertamenti sui documenti contabili e bancari, relativi in particolare alle società amministrative attraverso le quali gli imprenditori ottenevano il denaro liquido dagli istituti di credito.
Anche la posizione dei falsi acquirenti è stata oggetto di inchiesta: sono risultati tutti senza nessun reddito che potesse giustificare l'acquisto e le garanzie nella concessione del mutuo.
Nel corso dell'operazione - presentata oggi dal procuratore della Repubblica Vittorio Borraccetti presso il Tribunale di Venezia - sono state eseguite una ventina di perquisizioni in sei regioni d'Italia.
FONTE: La Repubblica
con danni per gli istituti di credito di decine di milioni di euro
L'operazione della Guardia di Finanza coinvolge alcuni
imprenditori, un notaio e due direttori di istituto di credito
La Guardia di Finanza di Venezia ha scoperto una truffa per 13 milioni di euro
VENEZIA - Maxi truffa ai danni di due banche. Arrestati cinque imprenditori e un direttore di banca veneziano; obbligo di dimora per un notaio. Il Nucleo di Polizia Tributaria della Gdf di Venezia ha bloccato una truffa in ambito immobiliare per oltre 13 milioni che durava da circa due anni.
Scopo della truffa, ottenere mutui da due istituti di credito nazionali con sedi in Veneto, al cui interno gli imprenditori potevano contare su alcuni direttori di banca compiacenti (un altro risulta indagato), pronti ad erogare i crediti accettando perizie di stima gonfiate su un'ottantina di immobili di scarso valore nelle province di Venezia e Treviso. Mediamente, il prezzo degli edifici veniva raddoppiato.
Gli imprenditori - U.C. di Treviso, B.A. di Trento, S.S. di Pescara, più un pugliese e un abruzzese -, secondo quanto accertato dalle fiamme gialle, non eseguivano però in prima persona le compravendite, ma si avvalevano di una rete di falsi acquirenti, per lo più studenti, provenienti in particolare dall'Abruzzo, ed extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, ai quali veniva corrisposta una cifra esigua rispetto all'ammontare dell'affare, circa mille euro.
Gli atti di compravendita erano poi certificati da un notaio, S.C., della provincia di Venezia. Le Fiamme Gialle, dopo aver notato uno strano traffico di persone nello studio del notaio, per circa un anno hanno eseguito meticolosi accertamenti sui documenti contabili e bancari, relativi in particolare alle società amministrative attraverso le quali gli imprenditori ottenevano il denaro liquido dagli istituti di credito.
Anche la posizione dei falsi acquirenti è stata oggetto di inchiesta: sono risultati tutti senza nessun reddito che potesse giustificare l'acquisto e le garanzie nella concessione del mutuo.
Nel corso dell'operazione - presentata oggi dal procuratore della Repubblica Vittorio Borraccetti presso il Tribunale di Venezia - sono state eseguite una ventina di perquisizioni in sei regioni d'Italia.
FONTE: La Repubblica
I mutui su misura del Credito Cooperativo
Strumento per dare equilibrio e maggiore stabilità al mercato immobiliare
I nostri mutui sono uno strumento per dare equilibrio e maggiore stabilità al mercato immobiliare, nei momenti di fermento come in quelli di riflessione.
Attraverso i nostri finanziamenti vogliamo continuare ad offrire efficacemente un servizio creditizio alle famiglie rapido e completo, con operazioni predisposte su misura per qualsiasi tipo di esigenza, con tassi che continuano ad essere particolarmente vantaggiosi per i privati.
Non è un caso che oggi circa il 90% delle famiglie scelga di acquistare la casa usufruendo di un mutuo: strumento che offre la possibilità di comprare l’immobile investendo nella rata di ammortamento poco più di quanto occorrerebbe spendere in un affitto; il mutuo, inoltre, favorisce i cosiddetti "investimenti immobiliari" (il privato, in questo caso, acquista un immobile mediante un investimento che gli garantirà, attraverso l’affitto, il reddito necessario per il rimborso).
"Bcc casa" è il mutuo su misura del Credito Cooperativo ravennate e imolese. In questo modo è possibile scegliere la formula che meglio si adatta alle singole esigenze, attraverso una pianificazione personalizzata dei costi e la dilazione flessibile nel tempo.
Mutuo protetto: costi assolutamente competitivi e pagamento del debito residuo in caso di decesso dell’assicurato.
Libero: per pianificare e gestire la restituzione del capitale in modo personalizzato e con un mutuo a tasso variabile. La formula si rivolge in particolare ai lavoratori autonomi.
Rata affitto: con l’equivalente di un affitto si diventa proprietari della casa.
Rata costante: il mutuo con la rata costante nel tempo, per affrontare con tranquillità le variazioni di tasso sui mercati finanziari.
Mutuo più: il primo anno ad un minimo tasso fisso ed i rimanenti a tasso variabile.
Mutuo misto: possibilità ogni 3 o 5 anni, di rivedere le condizioni applicate al finanziamento e di scegliere se mantenere il tasso fisso ovvero optare per il tasso variabile.
Mutuo a tasso fisso: per avere la certezza di un tasso che rimane invariato per tutta la durata del mutuo e la conseguente possibilità di calcolare, in ogni momento, l’esatto ammontare del debito residuo.
Alla qualità ed economicità dei nostri servizi, si aggiunge la ’politica di prossimità’ propria del Credito Cooperativo, che è "banca delle comunità locali" anche in termini di politiche di insediamento e nel rapporto con i soci.
Oggi il Credito Cooperativo ravennate e imolese conta su oltre 12.000 Soci, 40 Filiali, nelle quali operano complessivamente quasi 400 dipendenti. La prossima Filiale è quella prevista a gennaio 2007 nel Comune di Ravenna e riguarda l’area di via Trieste adiacente al porto, oggetto di un importante sviluppo produttivo e residenziale.
Il Credito Cooperativo oggi è una banca in grado di favorire la nascita e lo sviluppo delle imprese, attraverso il sostegno a progetti di innovazione e di crescita; una banca che, al tempo stesso, opera per "proteggere" il risparmio delle famiglie, promuovendo lo sviluppo dell’intera area di insediamento e di operatività e favorendo l’aggregazione sociale, la solidarietà, la sussidiarietà, moltiplicando sempre proficue relazioni con enti, associazioni di categoria e, più in generale, con tutta la comunità locale.
FONTE: Nuovo Diario - articolo di Celso Reali, Credito Cooperativo ravennate
I nostri mutui sono uno strumento per dare equilibrio e maggiore stabilità al mercato immobiliare, nei momenti di fermento come in quelli di riflessione.
Attraverso i nostri finanziamenti vogliamo continuare ad offrire efficacemente un servizio creditizio alle famiglie rapido e completo, con operazioni predisposte su misura per qualsiasi tipo di esigenza, con tassi che continuano ad essere particolarmente vantaggiosi per i privati.
Non è un caso che oggi circa il 90% delle famiglie scelga di acquistare la casa usufruendo di un mutuo: strumento che offre la possibilità di comprare l’immobile investendo nella rata di ammortamento poco più di quanto occorrerebbe spendere in un affitto; il mutuo, inoltre, favorisce i cosiddetti "investimenti immobiliari" (il privato, in questo caso, acquista un immobile mediante un investimento che gli garantirà, attraverso l’affitto, il reddito necessario per il rimborso).
"Bcc casa" è il mutuo su misura del Credito Cooperativo ravennate e imolese. In questo modo è possibile scegliere la formula che meglio si adatta alle singole esigenze, attraverso una pianificazione personalizzata dei costi e la dilazione flessibile nel tempo.
Mutuo protetto: costi assolutamente competitivi e pagamento del debito residuo in caso di decesso dell’assicurato.
Libero: per pianificare e gestire la restituzione del capitale in modo personalizzato e con un mutuo a tasso variabile. La formula si rivolge in particolare ai lavoratori autonomi.
Rata affitto: con l’equivalente di un affitto si diventa proprietari della casa.
Rata costante: il mutuo con la rata costante nel tempo, per affrontare con tranquillità le variazioni di tasso sui mercati finanziari.
Mutuo più: il primo anno ad un minimo tasso fisso ed i rimanenti a tasso variabile.
Mutuo misto: possibilità ogni 3 o 5 anni, di rivedere le condizioni applicate al finanziamento e di scegliere se mantenere il tasso fisso ovvero optare per il tasso variabile.
Mutuo a tasso fisso: per avere la certezza di un tasso che rimane invariato per tutta la durata del mutuo e la conseguente possibilità di calcolare, in ogni momento, l’esatto ammontare del debito residuo.
Alla qualità ed economicità dei nostri servizi, si aggiunge la ’politica di prossimità’ propria del Credito Cooperativo, che è "banca delle comunità locali" anche in termini di politiche di insediamento e nel rapporto con i soci.
Oggi il Credito Cooperativo ravennate e imolese conta su oltre 12.000 Soci, 40 Filiali, nelle quali operano complessivamente quasi 400 dipendenti. La prossima Filiale è quella prevista a gennaio 2007 nel Comune di Ravenna e riguarda l’area di via Trieste adiacente al porto, oggetto di un importante sviluppo produttivo e residenziale.
Il Credito Cooperativo oggi è una banca in grado di favorire la nascita e lo sviluppo delle imprese, attraverso il sostegno a progetti di innovazione e di crescita; una banca che, al tempo stesso, opera per "proteggere" il risparmio delle famiglie, promuovendo lo sviluppo dell’intera area di insediamento e di operatività e favorendo l’aggregazione sociale, la solidarietà, la sussidiarietà, moltiplicando sempre proficue relazioni con enti, associazioni di categoria e, più in generale, con tutta la comunità locale.
FONTE: Nuovo Diario - articolo di Celso Reali, Credito Cooperativo ravennate
lunedì, dicembre 11, 2006
Mutui più cari di 700/900 euro l'anno
ROMA - Paolo Landi, Adiconsum: "Mutui più cari di 700/900 euro l'anno per il 6° aumento dei tassi d'interesse deciso dalla BCE". Adiconsum chiede alle banche di rispettare il decreto Bersani e di aumentare i tassi attivi dei conti correnti.
Per la sesta volta nell'arco di 12 mesi, la BCE aumenta il tasso di sconto di un ulteriore +0,25%.
La decisione dimostra la preoccupazione della BCE per una ripresa dell'inflazione, ma non tiene conto della necessità di supportare la ripresa economica, generando in tal modo un ulteriore aggravio per le famiglie e per le imprese a seguito dell'aumento del costo del denaro.
Tale aumento si tradurrà, inoltre, per il sistema Italia, nel pagamento di maggiori interessi sul debito pubblico che supera ormai i 1600 miliardi di euro.
Per un mutuo ventennale, il maggior costo, rispetto a novembre 2005, si tradurrà in +63 euro al mese e in 756 euro in più l'anno, e spesa aggiuntiva di circa 9.500,00 alla conclusione del mutuo, tra quindici anni.
Fonte: Arezzo Web
Per la sesta volta nell'arco di 12 mesi, la BCE aumenta il tasso di sconto di un ulteriore +0,25%.
La decisione dimostra la preoccupazione della BCE per una ripresa dell'inflazione, ma non tiene conto della necessità di supportare la ripresa economica, generando in tal modo un ulteriore aggravio per le famiglie e per le imprese a seguito dell'aumento del costo del denaro.
Tale aumento si tradurrà, inoltre, per il sistema Italia, nel pagamento di maggiori interessi sul debito pubblico che supera ormai i 1600 miliardi di euro.
Per un mutuo ventennale, il maggior costo, rispetto a novembre 2005, si tradurrà in +63 euro al mese e in 756 euro in più l'anno, e spesa aggiuntiva di circa 9.500,00 alla conclusione del mutuo, tra quindici anni.
Fonte: Arezzo Web
Mutui, tasso fisso per 75 su cento
Scende al 20% l'appeal del variabile
Ormai per i mutui il tasso fisso è decisamente più conveniente del variabile. E infatti tra quelli che il loro mutuo l'hanno aperto negli ultimi mesi la scelta è caduta nella stragrande maggioranza dei casi proprio sul fisso. A dirlo è una ricerca condotta sulle 600 agenzie immobiliari che fanno capo al circuito Big (Beni Immobili Gestiti) nel periodo tra luglio e novembre.
Dallo studio di Big, una delle principali società immobiliare italiane, risulta che 75 nuovi mutui su cento sono a tasso fisso, 20 a tasso variabile, 5 a tasso misto, cioè a tasso variabile ma con un tetto massi di interesse. I mutui a tasso fisso sono cresciuti in sei mesi dal 10 al 75% del totale. La ricerca ha fotografato accuratamente il cambiamento delle scelte degli italiani nel finanziamento dell’acquisto della casa nel periodo luglio-novembre 2006.
Nel primo semestre 2006 la situazione era radicalmente diversa: il 70% erano a tasso variabile, il 10% a tasso fisso e il 20% a tasso misto. "L’aumento del tasso d’interesse di un quarto di punto da parte della Banca centrale europea era ampiamente previsto ed è stato già assorbito dal mercato" spiega Antonio Spina, presidente di Big (Beni immobili gestiti). L’Euribor a tre mesi è già salito negli ultimi giorni al 3,7%.
"Il risultato di questo nuovo aumento è che, per la prima volta dopo tanti anni, è diventato più conveniente contrarre un mutuo a tasso fisso rispetto al tasso variabile" dice Spina. "Il tasso variabile è conveniente fino a quando esiste una differenza di almeno un punto percentuale rispetto al fisso, situazione che si è sempre verificata negli ultimi anni. Nel periodo in cui il tasso di sconto in Europa è rimasto al minimo storico del 2%" continua Spina "il differenziale fra variabile e fisso è stato addirittura di due punti, situazione nella quale era convenientissimo scegliere il variabile e molto penalizzante optare per il fisso".
Con questo nuovo aumento del tasso di sconto, che porta il costo del denaro a Eurolandia al 3,5%, "il differenziale fra tasso fisso e tasso variabile si è assottigliato allo 0,3-0,4%, un spread troppo piccolo per scegliere il variabile e i rischi che comporta tale scelta. Neppure i mutui a rata costante e a durata variabile, cioè i variabili con un tetto di spesa mensile, riescono più convincere gli italiani. Il timore di nuovi rialzi è troppo forte".
Fonte: TGFIN
Ormai per i mutui il tasso fisso è decisamente più conveniente del variabile. E infatti tra quelli che il loro mutuo l'hanno aperto negli ultimi mesi la scelta è caduta nella stragrande maggioranza dei casi proprio sul fisso. A dirlo è una ricerca condotta sulle 600 agenzie immobiliari che fanno capo al circuito Big (Beni Immobili Gestiti) nel periodo tra luglio e novembre.
Dallo studio di Big, una delle principali società immobiliare italiane, risulta che 75 nuovi mutui su cento sono a tasso fisso, 20 a tasso variabile, 5 a tasso misto, cioè a tasso variabile ma con un tetto massi di interesse. I mutui a tasso fisso sono cresciuti in sei mesi dal 10 al 75% del totale. La ricerca ha fotografato accuratamente il cambiamento delle scelte degli italiani nel finanziamento dell’acquisto della casa nel periodo luglio-novembre 2006.
Nel primo semestre 2006 la situazione era radicalmente diversa: il 70% erano a tasso variabile, il 10% a tasso fisso e il 20% a tasso misto. "L’aumento del tasso d’interesse di un quarto di punto da parte della Banca centrale europea era ampiamente previsto ed è stato già assorbito dal mercato" spiega Antonio Spina, presidente di Big (Beni immobili gestiti). L’Euribor a tre mesi è già salito negli ultimi giorni al 3,7%.
"Il risultato di questo nuovo aumento è che, per la prima volta dopo tanti anni, è diventato più conveniente contrarre un mutuo a tasso fisso rispetto al tasso variabile" dice Spina. "Il tasso variabile è conveniente fino a quando esiste una differenza di almeno un punto percentuale rispetto al fisso, situazione che si è sempre verificata negli ultimi anni. Nel periodo in cui il tasso di sconto in Europa è rimasto al minimo storico del 2%" continua Spina "il differenziale fra variabile e fisso è stato addirittura di due punti, situazione nella quale era convenientissimo scegliere il variabile e molto penalizzante optare per il fisso".
Con questo nuovo aumento del tasso di sconto, che porta il costo del denaro a Eurolandia al 3,5%, "il differenziale fra tasso fisso e tasso variabile si è assottigliato allo 0,3-0,4%, un spread troppo piccolo per scegliere il variabile e i rischi che comporta tale scelta. Neppure i mutui a rata costante e a durata variabile, cioè i variabili con un tetto di spesa mensile, riescono più convincere gli italiani. Il timore di nuovi rialzi è troppo forte".
Fonte: TGFIN
L’istituto sbarca nel retail, lancia i mutui residenziali
Banca Italease apre al segmento della clientela retail creando una nuova linea di prodotti dedicata ai mutui residenziali. Sono sette le soluzioni di finanziamento per l’acquisto e la ristrutturazione di prime e seconde case fino a 35 anni. Grazie alla partnership con Genworth Financial-Mortgage Insurance è possibile ottenere prestiti per l’acquisto della prima casa fino al 100 per cento del valore dell’immobile.
Fonte: Denaro.it
Fonte: Denaro.it
MUTUI PIU' CARI FINO A 340 EURO
ROMA - Un ritocco di appena lo 0,25% che però costerà alle famiglie italiane che pagano un mutuo tra i 150 e il 340 euro l'anno. E' uno degli effetti del rialzo dei tassi deciso dalla Bce e che ha portato il costo del denaro al 3,5%. Ma ad aumentare sarà anche l'onere dei prestiti, di quelli accesi per l'acquisto di piccoli elettrodomestici o di auto nuove, e più difficile sarà anche rifinanziare il debito pubblico (oggi già ad oltre 27.000 euro a testa).
A fare i calcoli di quanto il denaro più caro impatterà sulle tasche degli italiani è stata l'Adusbef, che snocciola i rialzi previsti sulle rate dei mutui a tassi variabili ipotizzando vari scenari a seconda della durata dei mutui (10, 15 e 20 anni). Ad esempio, un mutuo di 100.000 euro a 10 anni al 5% comporta una rata mensile di 1.060,66 euro o semestrale di 6.414,71.
Un aumento del tasso al 5,25% comporterà un aumento di 12,25 euro sulla rata mensile (+147 euro annui) o di 75,99 euro sulla rata semestrale (+151,98 euro l'anno). Per un mutuo di 200.000 euro a 10 anni un tasso al 5% comporta una rata mensile di 2.121,32 euro o semestrale di 12.829,42. Un aumento al 5,25% comporterà un rincaro di 24,50 euro sulla rata mensile (+294,00 annui) o di 151,98 euro sulla rata semestrale (+303,96 euro l'anno).
Discorso simile per i prestiti. Ricorrere ad una linea di credito da 6.000 euro per l'acquisto di elettrodomestici ed altri prodotti per la casa, sostiene l'Adusbef, comporterà un aumento complessivo della somma rimborsata in 5 anni di circa 93 euro. Per arredare casa o acquistare un'auto con un prestito da 15.000 euro si sborseranno in media 228 euro in più, mentre per affrontare spese di maggiore entità (matrimonio, iniziative commerciali) con un prestito da 30.000 euro, serviranno in 5 anni 453 euro in più.
Tornando ai mutui, un importo di 100.000 euro a 15 anni al 5% comporta una rata mensile di 790,79 euro o semestrale di 4.777,76. Un aumento del tasso al 5,25% comporterà un aumento di 13,09 euro sulla rata mensile (+151,08 annui) o di 79,99 euro sulla rata semestrale (+159,98 euro l'anno).
Così ancora, per un mutuo di 200.000 euro a 15 anni al 5% che comporta cioé una rata mensile di 1.581,58 euro o semestrale di 9.555,52, un ritocco del tasso al 5,25% comporterà un aumento di 26,18 euro sulla rata mensile (+314,16 annui) o di 159,98 euro sulla rata semestrale (+319,96 euro l'anno). Infine, nel caso di mutui a 20 anni, quelli di 100.000 euro a al 5% (rata mensile di 659,96 euro o semestrale di 3.983,62) subiranno con l'adeguamento del tasso al 5,25% un aumento di 13,88 euro sulla rata mensile (+166,56 annui) o di 84,31 euro sulla rata semestrale (+168,62 euro l'anno).
Per un mutuo di 200.000 (rata mensile di 1.319,92 euro o semestrale di 7.967,24), il passaggio ad un tasso del 5,25% comporterà invece un aumento di 27,76 euro sulla rata mensile (+333,12 annui) o di 168,62 euro sulla rata semestrale (+337,24 euro l'anno).
Fonte: Ansa
A fare i calcoli di quanto il denaro più caro impatterà sulle tasche degli italiani è stata l'Adusbef, che snocciola i rialzi previsti sulle rate dei mutui a tassi variabili ipotizzando vari scenari a seconda della durata dei mutui (10, 15 e 20 anni). Ad esempio, un mutuo di 100.000 euro a 10 anni al 5% comporta una rata mensile di 1.060,66 euro o semestrale di 6.414,71.
Un aumento del tasso al 5,25% comporterà un aumento di 12,25 euro sulla rata mensile (+147 euro annui) o di 75,99 euro sulla rata semestrale (+151,98 euro l'anno). Per un mutuo di 200.000 euro a 10 anni un tasso al 5% comporta una rata mensile di 2.121,32 euro o semestrale di 12.829,42. Un aumento al 5,25% comporterà un rincaro di 24,50 euro sulla rata mensile (+294,00 annui) o di 151,98 euro sulla rata semestrale (+303,96 euro l'anno).
Discorso simile per i prestiti. Ricorrere ad una linea di credito da 6.000 euro per l'acquisto di elettrodomestici ed altri prodotti per la casa, sostiene l'Adusbef, comporterà un aumento complessivo della somma rimborsata in 5 anni di circa 93 euro. Per arredare casa o acquistare un'auto con un prestito da 15.000 euro si sborseranno in media 228 euro in più, mentre per affrontare spese di maggiore entità (matrimonio, iniziative commerciali) con un prestito da 30.000 euro, serviranno in 5 anni 453 euro in più.
Tornando ai mutui, un importo di 100.000 euro a 15 anni al 5% comporta una rata mensile di 790,79 euro o semestrale di 4.777,76. Un aumento del tasso al 5,25% comporterà un aumento di 13,09 euro sulla rata mensile (+151,08 annui) o di 79,99 euro sulla rata semestrale (+159,98 euro l'anno).
Così ancora, per un mutuo di 200.000 euro a 15 anni al 5% che comporta cioé una rata mensile di 1.581,58 euro o semestrale di 9.555,52, un ritocco del tasso al 5,25% comporterà un aumento di 26,18 euro sulla rata mensile (+314,16 annui) o di 159,98 euro sulla rata semestrale (+319,96 euro l'anno). Infine, nel caso di mutui a 20 anni, quelli di 100.000 euro a al 5% (rata mensile di 659,96 euro o semestrale di 3.983,62) subiranno con l'adeguamento del tasso al 5,25% un aumento di 13,88 euro sulla rata mensile (+166,56 annui) o di 84,31 euro sulla rata semestrale (+168,62 euro l'anno).
Per un mutuo di 200.000 (rata mensile di 1.319,92 euro o semestrale di 7.967,24), il passaggio ad un tasso del 5,25% comporterà invece un aumento di 27,76 euro sulla rata mensile (+333,12 annui) o di 168,62 euro sulla rata semestrale (+337,24 euro l'anno).
Fonte: Ansa
I mutui diventano più cari. Bce: Tassi di interesse al 3,5%.
In linea con le attese di mercati finanziari e analisti, il direttivo dalla Bce riunito ieri vara una stretta da un quarto di punto sui tassi di riferimento della zona euro. Il tasso minimo sul rifinanziamento principale sale così al 3,5 per cento dal precedente 3,25, cui è portato lo scorso 5 ottobre con un'analoga stretta monetaria da 25 centesimi. Si tratta del sesto rialzo dei tassi ufficiali da dicembre scorso, quando la Banca centrale europea procede alla prima stretta sul credito dopo oltre cinque anni. La mediana delle stime degli economisti vede inoltre il riferimento salire a 3,75 per cento per la fine del primo trimestre 2007. Lo staff della Bce rivede al rialzo le sue stime per il Pil 2006 e quelle 2007 della zona euro, mentre abbassa le stime per l'inflazione dello stesso biennio. Per il Pil 2006 la proiezione è ora al 2,5-2,9 per cento rispetto al 2,2-2,8 della stima di tre mesi fa. Per il 2007 si passa all’1,7-2,7 per cento dal 1,6-2,6, mentre per il 2008 la stima è di 1,8-2,8 per cento. In tema di inflazione armonizzata la stima per il 2006 scende al 2,1-2,3 per cento dal 2,3-2,5 precedente, quella 2007 è ora all’1,5-2,5 per cento dall’1,9-2,9, mentre per il 2008 la proiezione si attesta all’1,3-2,5 per cento. Secondo il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, le revisioni su Pil e prezzi beneficiano del calo dei prezzi del greggio. Roberto Anedda, direttore Marketing di MutuiOnline (www.mutuionline.it) ricorda che “con il nuovo aumento la Bce porta i tassi d’interesse ben un punto e mezzo in più di un anno fa”. L’incremento complessivo influisce “notevolmente anche sui mutui, allontanandoli dai minimi storici su cui i tassi erano rimasti fermi praticamente per quasi due anni, prima che la Bce cominciasse a elevare il costo del denaro”, spiega l’esperto, sottolineando che l’aumento porta a un maggior costo dei mutui a tasso variabile. “Un anno fa la rata mensile per un mutuo da 100mila euro andava dai 966 euro per un mutuo a dieci anni ai 422 euro per un mutuo a trenta anni; la rata mensile è ora più alta di 60-90 euro, a seconda della durata totale del mutuo”, osserva Anedda. Il patron di Geox, Mario Moretti Polegato, da Bruxelles afferma che il rialzo "non è positivo, ma neanche preoccupante o catastrofico". E non deve allarmare nemmeno il rafforzamento dell'euro: nessuna nostalgia della lira, quindi. "Certo - aggiunge, annunciando l’ingresso nel nel mercato delle calzature sportive con scarpini da calcio che respirano - se adesso arrivasse una bella svalutazione molti dei nostri problemi sarebbero risolti. Ma il mondo è cambiato e non è più così che si compete sui mercati. Serve piuttosto un salto culturale che ci porti non solo a innovare di più, ma anche ad andare oltre, sperimentando e realizzando progetti". Sul rialzo dei tassi è perplesso Gianni Pittella, presidente della delegazione italiana nel gruppo del Pse al Parlamento europeo: "Questa ulteriore stretta monetaria rischia di compromettere seriamente una ripresa dal carattere ancora esitante".
Fonte: Denaro.it
Fonte: Denaro.it
Abn Amro vende i mutui
Abn Amro si è rivolto alla divisione di investment banking di Lehman Brothers per trovare un potenziale acquirente per la propria unità di finanziamenti sui mutui immobiliari Usa.È quanto riporta il Wall Street Journal, precisando che nessuna conferma è arrivata da Abn Amro Mortgage e dal portavoce di Lehman. Il Wall Street Journal ha precisato che,date le dimensioni del portafoglio di Abn Amro Mortgage, sarà difficile trovare molte società interessate alla sua acquisizione.
Fonte: Il Giornale
Fonte: Il Giornale
giovedì, dicembre 07, 2006
Volano i mutui e cresce l’indebitamento
Boom del debito medio delle famiglie italiane e in particolare dei mutui immobiliari in Italia: tra il 2002 e il 2005 - secondo il Rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese - le consistenze dei mutui immobiliari sono passate da 131,7 a 204,2 miliardi di euro, con un aumento del 55%.
Tendenza simili - spiega il Rapporto - sono state riscontrate anche nel credito al consumo con una crescita dei flussi monetari concessi per l’acquisto di beni durevoli o sotto forma di prestiti personali che sono passati dai 18,5 miliardi di euro del 1999 a 47,5 miliardi nel 2005.
In particolare, il primo semestre del 2006 si è chiuso con un incremento dei prestiti concessi del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La parte più consistente del credito al consumo richiesto dalle famiglie riguarda l’acquisto di auto e moto (il 41% dell’ammontare).
Scorrendo gli altri dati, emerge che tra il 1995 e il 2004 il debito medio per nucleo familiare in Italia è aumentato da 14.000 euro a 27.000 euro in termini di mutui e finanziamenti al consumo. Ed è aumentato anche il grado di diffusione dell’indebitamento. Nel 2000 riguardava circa il 19% dei nuclei familiari mentre ha raggiunto il 22% nel 2005. Il Censis sottolinea che è comunque ‘‘remota’’ l’ipotesi di sovraindebitamento delle famiglie e che anche per il credito al consumo non si può parlare di sintomo di disagio economico se non per pochi casi isolati.
Il grado di indebitamento delle famiglie italiane resta comunque molto più contenuto rispetto alla media dell’area euro e degli Stati Uniti: in Italia il rapporto tra debito delle famiglie e Pil è del 30% a fronte del 56% della media dell’area euro e del 90% degli Stati Uniti. ‘‘Siamo lontani da situazioni di rischio diffuso - scrive il Censis - perchè in Italia persistono comportamenti virtuosi, rappresentati in primo luogo da un’apprezzabile propensione al risparmio e da un approccio piuttosto prudenziale con il debito, incluse le forme meno impegnative come il credito al consumo”.
Fonte: MiaEconomia
Tendenza simili - spiega il Rapporto - sono state riscontrate anche nel credito al consumo con una crescita dei flussi monetari concessi per l’acquisto di beni durevoli o sotto forma di prestiti personali che sono passati dai 18,5 miliardi di euro del 1999 a 47,5 miliardi nel 2005.
In particolare, il primo semestre del 2006 si è chiuso con un incremento dei prestiti concessi del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La parte più consistente del credito al consumo richiesto dalle famiglie riguarda l’acquisto di auto e moto (il 41% dell’ammontare).
Scorrendo gli altri dati, emerge che tra il 1995 e il 2004 il debito medio per nucleo familiare in Italia è aumentato da 14.000 euro a 27.000 euro in termini di mutui e finanziamenti al consumo. Ed è aumentato anche il grado di diffusione dell’indebitamento. Nel 2000 riguardava circa il 19% dei nuclei familiari mentre ha raggiunto il 22% nel 2005. Il Censis sottolinea che è comunque ‘‘remota’’ l’ipotesi di sovraindebitamento delle famiglie e che anche per il credito al consumo non si può parlare di sintomo di disagio economico se non per pochi casi isolati.
Il grado di indebitamento delle famiglie italiane resta comunque molto più contenuto rispetto alla media dell’area euro e degli Stati Uniti: in Italia il rapporto tra debito delle famiglie e Pil è del 30% a fronte del 56% della media dell’area euro e del 90% degli Stati Uniti. ‘‘Siamo lontani da situazioni di rischio diffuso - scrive il Censis - perchè in Italia persistono comportamenti virtuosi, rappresentati in primo luogo da un’apprezzabile propensione al risparmio e da un approccio piuttosto prudenziale con il debito, incluse le forme meno impegnative come il credito al consumo”.
Fonte: MiaEconomia
Nelle tasche dei trevigiani oltre 480 milioni dovuti alla doppia mensilità
Studio di Confesercenti e Confcommercio: rispetto al 2005 qualche soldo in più da destinare ai regali.La tendenza: meno vestiti più tecnologia La tredicesima paga mutui e bollette
TREVISO. Sono 481,5 i milioni di euro che i trevigiani spenderanno durante il mese di dicembre. Anche per quest’anno il destino della tredicesima, attesa da 250.000 famiglie nella Marca, è segnato da tempo. La maggior parte di quel denaro, 332,230 milioni di euro (il 69% del totale) verrà speso per la casa e la famiglia (bollette varie e tasse locali), per pagare i debiti e la tassa del mutuo. Solo il 13% del totale, 62,595 milioni di euro, verrano utilizzati per comprare i regali. Ma il Codacons non la vede così rosea. Secondo l’associazione dei consumatori la tredicesima è già stata interamente spesa a settembre.
Lo studio. Secondo lo studio condotto dalla Confesercenti e dalla Confcommercio, solo il 18% dell’intera quota sarà conservato nel salvadanaio. E’ previsto che le famiglie trevigiane non riusciranno a risparmiare più di 86,670 milioni di euro. Nonostante l’arrivo della tredicesima, i trevigiani hanno poco da ridere. Se rispetto al 2005 non è variata la quota percentuale dedicata ai regali, quest’anno è aumentata quella che comprende il grande calderone delle spese di ogni tipo: spese fisse, rate, mutui, bollette e chi più ne ha più ne metta. I dati della Confesercenti lasciano però lo spazio a qualche speranza. Secondo lo studio ognuna delle 250.000 famiglie trevigiane spenderà da oggi al giorno di Natale 1.926 euro (lo stipendio normale più la tredicesima). A prima vista la cifra totale (481.500.000 euro) è imponente, ma se si considerano le voci di spesa, si capisce che non sarà un Natale rose e fiori. Secondo i calcoli dell’associazione, rielaborati a livello locale, più di 180 milioni verranno impiegati in spese per la famiglia e per la casa. Poi, altri 135 milioni se ne vanno per pagare i conti e una piccola parte, 14 milioni circa, copriranno la rata di chi ha un mutuo.
I consumatori. Anche il Codacons, per bocca del segretario veneto Franco Conte, ha lanciato l’allarme sulla tredicesima. Secondo l’associazione dei consumatori la mensilità era già stata spesa a settembre appena si era tornati dalle vacanze estive. Quello che arriva a dicembre, per il Codacons, non è altro che un rimborso di quello che è già stato sborsato dai trevigiani. Vedono invece segnali di ripresa le associazioni dei commercianti, che stanno per fare i conti con il periodo per loro più ricco. «Siamo convinti che gli affari andranno meglio dell’anno scorso», dicono speranzosi.
I regali. Solo una piccola parte è destinato in gran parte al risparmio e ai regali. E proprio su quest’ultimi si è concentrato lo studio della Confesercenti. Come l’hanno scorso a tirare sono i prodotti tecnologici. Il loro appeal continua a crecsre soprattutto per un pubblico di giovani. E’ previsto che andranno a ruba i-pod, navigatori satellitari, asciugatrici e, naturalmente, telefonini. L’abbigliamento, complice anche il clima non particolarmente freddo, non registrerà grandi impennate, confermandosi comunque sempre l’acquisto più gettonato. Assieme ai giocattoli, dai quali si attendono le stesse performance del 2005. In calo, invece, gli acquisti dei personal computer e dei cd portatili. Nell’alimentare, sempre secondo Confcommercio, si «muoveranno» bene l’«agro» e gli spumanti. Per il cotechino e lo zampone le cose andranno più o meno come lo scorso anno. Meno brillanti le vendite di caviale e salmone, nonché del prestigioso champagne. Fra i regali, bisogna considerare anche i viaggi. Quest’anno in pochi optano per quello esotico. Meglio una meta italiana o la classica trasferta sulla neve. Ma in pole position restano pure le crociere, che stanno conoscendo un successo senza precedenti. Stabili i viaggi nelle capitali europee e i soggiorni nelle seconde case. Dove si spende. Per la spesa natalizia anche quest’anno verranno prese d’assalto soprattutto le grandi strutture. Ma le associazioni dei commercianti sono fiduciose: anche i negozi al dettaglio vivranno un dicembre positivo. Crescono gli acquisti su Internet, che ottiene sempre più successo in un periodo così caotico come Natale. Ma pure i mercatini si confermano molto frequentati e meta prediletta da chi cerca un regalo originale.
Fonte: di Giorgio Barbieri - L'Espresso
TREVISO. Sono 481,5 i milioni di euro che i trevigiani spenderanno durante il mese di dicembre. Anche per quest’anno il destino della tredicesima, attesa da 250.000 famiglie nella Marca, è segnato da tempo. La maggior parte di quel denaro, 332,230 milioni di euro (il 69% del totale) verrà speso per la casa e la famiglia (bollette varie e tasse locali), per pagare i debiti e la tassa del mutuo. Solo il 13% del totale, 62,595 milioni di euro, verrano utilizzati per comprare i regali. Ma il Codacons non la vede così rosea. Secondo l’associazione dei consumatori la tredicesima è già stata interamente spesa a settembre.
Lo studio. Secondo lo studio condotto dalla Confesercenti e dalla Confcommercio, solo il 18% dell’intera quota sarà conservato nel salvadanaio. E’ previsto che le famiglie trevigiane non riusciranno a risparmiare più di 86,670 milioni di euro. Nonostante l’arrivo della tredicesima, i trevigiani hanno poco da ridere. Se rispetto al 2005 non è variata la quota percentuale dedicata ai regali, quest’anno è aumentata quella che comprende il grande calderone delle spese di ogni tipo: spese fisse, rate, mutui, bollette e chi più ne ha più ne metta. I dati della Confesercenti lasciano però lo spazio a qualche speranza. Secondo lo studio ognuna delle 250.000 famiglie trevigiane spenderà da oggi al giorno di Natale 1.926 euro (lo stipendio normale più la tredicesima). A prima vista la cifra totale (481.500.000 euro) è imponente, ma se si considerano le voci di spesa, si capisce che non sarà un Natale rose e fiori. Secondo i calcoli dell’associazione, rielaborati a livello locale, più di 180 milioni verranno impiegati in spese per la famiglia e per la casa. Poi, altri 135 milioni se ne vanno per pagare i conti e una piccola parte, 14 milioni circa, copriranno la rata di chi ha un mutuo.
I consumatori. Anche il Codacons, per bocca del segretario veneto Franco Conte, ha lanciato l’allarme sulla tredicesima. Secondo l’associazione dei consumatori la mensilità era già stata spesa a settembre appena si era tornati dalle vacanze estive. Quello che arriva a dicembre, per il Codacons, non è altro che un rimborso di quello che è già stato sborsato dai trevigiani. Vedono invece segnali di ripresa le associazioni dei commercianti, che stanno per fare i conti con il periodo per loro più ricco. «Siamo convinti che gli affari andranno meglio dell’anno scorso», dicono speranzosi.
I regali. Solo una piccola parte è destinato in gran parte al risparmio e ai regali. E proprio su quest’ultimi si è concentrato lo studio della Confesercenti. Come l’hanno scorso a tirare sono i prodotti tecnologici. Il loro appeal continua a crecsre soprattutto per un pubblico di giovani. E’ previsto che andranno a ruba i-pod, navigatori satellitari, asciugatrici e, naturalmente, telefonini. L’abbigliamento, complice anche il clima non particolarmente freddo, non registrerà grandi impennate, confermandosi comunque sempre l’acquisto più gettonato. Assieme ai giocattoli, dai quali si attendono le stesse performance del 2005. In calo, invece, gli acquisti dei personal computer e dei cd portatili. Nell’alimentare, sempre secondo Confcommercio, si «muoveranno» bene l’«agro» e gli spumanti. Per il cotechino e lo zampone le cose andranno più o meno come lo scorso anno. Meno brillanti le vendite di caviale e salmone, nonché del prestigioso champagne. Fra i regali, bisogna considerare anche i viaggi. Quest’anno in pochi optano per quello esotico. Meglio una meta italiana o la classica trasferta sulla neve. Ma in pole position restano pure le crociere, che stanno conoscendo un successo senza precedenti. Stabili i viaggi nelle capitali europee e i soggiorni nelle seconde case. Dove si spende. Per la spesa natalizia anche quest’anno verranno prese d’assalto soprattutto le grandi strutture. Ma le associazioni dei commercianti sono fiduciose: anche i negozi al dettaglio vivranno un dicembre positivo. Crescono gli acquisti su Internet, che ottiene sempre più successo in un periodo così caotico come Natale. Ma pure i mercatini si confermano molto frequentati e meta prediletta da chi cerca un regalo originale.
Fonte: di Giorgio Barbieri - L'Espresso
mercoledì, dicembre 06, 2006
E' corsa ai mutui in Puglia. +35% nel Tarantino
Secondo i dati del Bollettino statistico della Banca d'Italia dello scorso 19 ottobre, nel primo semestre 2006 in Puglia la richiesta è aumentata del +27,3%. Lo riporta una nota dell'Osservatorio mutui Banca per la casa (gruppo Unicredit). Taranto è la provincia che ha mostrato il maggiore incremento in percentuale rispetto allo stesso periodo del 2005; seguono Brindisi (+34,5%) e Foggia (+30,2%)
BARI - Secondo i dati del Bollettino statistico della Banca d’Italia dello scorso 19 ottobre, nel primo semestre 2006 in Puglia è aumentata del +27,3% la richiesta di mutui. Lo riporta una nota dell’Osservatorio mutui Banca per la casa (gruppo Unicredit).
“La provincia che ha erogato di più – è detto – è stata Bari con 647 milioni di euro e un incremento del +28,3% rispetto allo stesso periodo del 2005. Taranto è la provincia che ha mostrato il maggiore incremento in percentuale rispetto allo stesso periodo del 2005 con +35% (214 milioni di euro di erogato). Seguono Brindisi con +34,5% (117 milioni di euro di erogato), Foggia con +30,2% (195 milioni di euro di erogato), Lecce con +8,1% (158 milioni di euro di erogato)”.
“A livello nazionale – continua il comunicato – nel primo semestre 2006 si è registrata una crescita delle erogazioni mutui del +20,46% raggiungendo un valore totale pari a 31.716 milioni di euro, rispetto ai 26.330 milioni di euro del primo semestre 2005. In riferimento all’Italia Meridionale, che oltre alla Puglia comprende le regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Calabria, va detto che la Puglia si colloca ad oggi al secondo posto per valore dell’erogato con 1.332 milioni di euro, confermando il trend di crescita dell’anno precedente”.
Per quanto riguarda il gruppo Unicredit – prosegue la nota – in Puglia “il 26,5% dei clienti ha un’età compresa fra i 30 e i 40 anni. Il 57% sceglie di sottoscrivere mutui per importi compresi tra i 100.000 e i 200.000 euro e il 44,6% con durate fra i 26 e i 30 anni”.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
BARI - Secondo i dati del Bollettino statistico della Banca d’Italia dello scorso 19 ottobre, nel primo semestre 2006 in Puglia è aumentata del +27,3% la richiesta di mutui. Lo riporta una nota dell’Osservatorio mutui Banca per la casa (gruppo Unicredit).
“La provincia che ha erogato di più – è detto – è stata Bari con 647 milioni di euro e un incremento del +28,3% rispetto allo stesso periodo del 2005. Taranto è la provincia che ha mostrato il maggiore incremento in percentuale rispetto allo stesso periodo del 2005 con +35% (214 milioni di euro di erogato). Seguono Brindisi con +34,5% (117 milioni di euro di erogato), Foggia con +30,2% (195 milioni di euro di erogato), Lecce con +8,1% (158 milioni di euro di erogato)”.
“A livello nazionale – continua il comunicato – nel primo semestre 2006 si è registrata una crescita delle erogazioni mutui del +20,46% raggiungendo un valore totale pari a 31.716 milioni di euro, rispetto ai 26.330 milioni di euro del primo semestre 2005. In riferimento all’Italia Meridionale, che oltre alla Puglia comprende le regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Calabria, va detto che la Puglia si colloca ad oggi al secondo posto per valore dell’erogato con 1.332 milioni di euro, confermando il trend di crescita dell’anno precedente”.
Per quanto riguarda il gruppo Unicredit – prosegue la nota – in Puglia “il 26,5% dei clienti ha un’età compresa fra i 30 e i 40 anni. Il 57% sceglie di sottoscrivere mutui per importi compresi tra i 100.000 e i 200.000 euro e il 44,6% con durate fra i 26 e i 30 anni”.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
lunedì, dicembre 04, 2006
CONSUMATORI cauti per questo Natale 2006.
Spenderanno meno in regali, più per cenoni e pranzi delle Feste. Senza rinunciare alla qualità ma abbassando il budget complessivo delle spese: tra -10 e -15 per cento a famiglia, rispetto allo scorso anno, secondo le prime stime delle associazioni dei consumatori, per una spesa media, calcolando soltanto i regali, che si aggira intorno ai 100-130 euro. Unica eccezione per giovani e single, disposti a «sborsare», mediamente, fino a 300 euro. Non sarà dunque un Natale dalle spese folli per la maggior parte dei romani alle prese con rate della macchina, mutui per la casa, buste paga assottigliate dall'euro nonostante le «tredicesime» in vista. «Le spese quest’anno si orienteranno maggiormente sull’acquisto di cibo e bevande», spiega Salvatore Carluccio, presidente Federconsumatori Lazio.
Fonte: Il Tempo
Fonte: Il Tempo
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