lunedì, novembre 27, 2006
Mutui: come scegliere con i tassi al 3,5 per cento
E’ ormai prossimo quello che sembra l’ormai scontato, ulteriore aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea: il 7 dicembre la BCE dovrebbe alzare i tassi di un altro 0,25 per cento. Si tratterebbe del sesto aumento in 12 mesi, che porterebbe il livello ufficiale dei tassi al 3,5 per cento.
L’aumento è ormai considerato certo dalla gran parte degli operatori, e i mercati si sono da diverso tempo posizionati su un livello dei tassi che incorpora già per buona parte l’aumento previsto. Gli indici Euribor, che esprimono il costo del denaro nel breve periodo (fino a 12 mesi), si sono riposizionati sui probabili nuovi valori già da quasi un mese.
Inoltre, comincia ad apparire più probabile che anche nel 2007 potranno verificarsi alcuni incrementi di tasso, con una soglia di equilibrio indicativamente identificabile intorno al 4 per cento. La curva dei tassi a lungo termine esprime peraltro proprio tali aspettative, con una differenza di appena lo 0,20 per cento tra il costo del capitale a un anno e quello a 30 anni.
Di conseguenza, la distanza tra tassi variabili e tassi fissi dei mutui si mantiene quanto mai ridotta, con un differenziale che resta compreso tra lo 0,40 e lo 0,70 per cento nel confronto tra le migliori offerte disponibili per le due tipologie di tasso.
Tale situazione ha portato a un forte e veloce incremento delle richieste di mutuo a tasso fisso, che negli ultimi due mesi risulta essere preferito in oltre il 55 per cento dei casi. Si tratta di un vero e proprio capovolgimento del mercato, che fino a metà anno prediligeva ancora il variabile, anche se non più con la grande maggioranza di due anni fa. Tasso variabile che rimane comunque ampiamente scelto, con il 40 per cento circa delle richieste totali.
In realtà, proprio la vicinanza tra i due tassi rende abbastanza equivalente la scelta per un nuovo mutuo, dato che la differenza di partenza tra fissi e variabili corrisponde più o meno allo spazio residuale di aumento ancora ipotizzabile per i tassi.
Scegliendo un tasso o l’altro ci si dovrebbe quindi garantire un costo complessivo abbastanza simile. Si è quindi più liberi di optare per il fisso o il variabile a seconda delle proprie preferenze, anche emotive, o delle proprie esigenze finanziarie di breve e di lungo periodo.
Va comunque detto che la corsa al tasso fisso potrebbe rischiare di diventare l’ennesima tendenza generale ma poco razionale. La gran parte dell’aumento dei tassi è infatti ormai alle spalle, e dopo l’incremento di dicembre lo spazio verso l’alto sarà alquanto limitato.
Man mano che si delineerà l’orizzonte futuro dei tassi potrebbe quindi tornare già ragionevole considerare il tasso variabile come quello più conveniente in termini di costi complessivi, mentre il fisso potrebbe cominciare a rappresentare un costo eccessivo rispetto all’effettiva protezione offerta dall’aumento dei tassi.
Questa situazione stimola del resto la competitività del mercato, che può offrire tante soluzioni alternative a chi cerca un mutuo. Sia per i fissi sia per i variabili sono ormai parecchie le offerte a tassi sempre più ridotti, e diventa fondamentale non tanto decidere il tipo di tasso o la durata del mutuo quanto la banca alla quale richiederlo.
La vera differenza tra i tassi e il risparmio più significativo si ottengono infatti scegliendo l’offerta di volta in volta più conveniente, dato che da una banca all’altra il tasso può variare anche di oltre l’1 per cento, ovvero una media di 600 euro all’anno in più (o in meno) per un mutuo da 100 mila euro.
Sempre più protagoniste di questo scenario sono le banche che offrono i mutui online: non solo banche virtuali, ma anche un numero sempre più vasto di gruppi bancari tradizionali si confrontano sul web, offrendo mutui a tassi ridotti rispetto alle condizioni di filiale. E, approfittando dei broker online, l’utente può richiedere il mutuo comodamente via internet, ottenendo condizioni esclusive sul mutuo e una consulenza professionale e personalizzata, preziosa per scegliere il mutuo più adatto anche per chi volesse poi “contrattare” anche con la propria banca.
* Direttore marketing di MutuiOnline (www.mutuionline.it)
a cura del Direttore marketing di MutuiOnline
Fonte: La Mia Finanza
domenica, novembre 26, 2006
TREDICESIMA RICCA, MA L'80% SE NE VA PER TASSE E MUTUI
Secondo i calcoli fatti dall'Adusbef, infatti, dopo aver fatto fronte a tutte le scadenze di fine anno, alle famiglie italiane resterà da spendere in regali e svaghi poco meno del 17% del monte tredicesime, pari 5,4 miliardi su un totale di 32,5 miliardi. Le tredicesime saranno pagate da venerdì 15 dicembre: quest'anno saranno di 900 milioni superiori al 2005 e i 32,5 miliardi totali saranno così ripartiti: 9,8 miliardi ai pensionati, 8,10 miliardi ai lavoratori pubblici e 14,60 ai dipendenti privati. "Ma dopo un anno durissimo di rincari ed aumenti che hanno falcidiato i redditi delle famiglie resterà ben poco per festeggiare: sarà un Natale tra i più difficili, con una tredicesima più che falcidiata per gli aumenti infiniti iniziati a gennaio 2006 con le tariffe autostradali, di luce, gas e benzina, e per i nuovi balzelli introdotti in finanziaria: Ici, bollo auto e moto, ticket, addizionali Irpef ed altri rincari", dice il presidente dell'Adusbef, Elio Lannutti. A fine anno, oltre alla busta paga più pesante, arrivano infatti anche le consuete scadenze: il 59% del totale, pari a 19,2 mld di euro, verrà speso per pagare tasse, imposte, bolli, mutui e assicurazioni. In particolare a bruciare un' ampia fetta delle tredicesime sarà l'Ici, l'imposta comunale sugli immobili, che dovrà essere versata entro il 20 dicembre e per la quale verranno versati in totale 5,6 mld di euro, il 17,2 % del monte tredicesime totale. Anche l'RCAuto si mangerà 4,5 miliardi di euro, il 13,85% delle tredicesime, mentre 4,1 miliardi di euro, serviranno per pagare le rate dei mutui per la casa, (200 milioni in più rispetto al 2005).
Altri 3,5 miliardi di euro se ne andranno per pagare le tasse di auto e moto (il 10,77%), mentre 1,5 miliardi (il 4,62%) spariranno per il canone Rai. Dopo aver 'ipotecato' la tredicesima per pagare tasse, ratei e bollette delle utenze domestiche, un ulteriore 24,3%, pari a 7,9 miliardi di euro, servirà per pagare i prestiti contratti con banche e finanziarie. Per scopi più piacevoli restano quindi solo 5,4 miliardi di euro, meno del 17% del monte tredicesime che potranno essere utilizzati per cenone, regali, qualche viaggio e "qualcosa da mettere da parte per future esigenze". Adusbef non vede infatti con ottimismo la congiuntura economica e si attende "una crisi ancor più profonda dei consumi legata anche alle minori disponibilità finanziarie delle famiglie, costrette ad indebitarsi anche per acquistare i beni essenziali e ad acquistare i libri a rate, per mandare i figli a scuola". Ecco, di seguito, una tabella elaborata da Adusbef su come verranno spesi i 32,5 miliardi di tredicesime 2006 (gli importi sono in miliardi di euro e in percentuale sul totale):
RC Auto 4,5 13,85 %
ICI 5,6 17,23 %
Canone Rai 1,5 4,62 %
Mutui casa 4,1 12,61 %
Bolli auto/moto 3,5 10,77 %
Bollette/Ratei e Prestiti 7,9 24,30 %
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TOTALE SPESO 27,1 83,38 %
RIMANENZA 5,4 16,62 %
Fonte: ANSA
mercoledì, novembre 22, 2006
Venti di crac: il rischio sistemico della bolla immobiliare
Il 9 novembre James Lockhart, il nuovo direttore dell'ente di supervisione del settore abitativo OFHEO, ha lanciato un monito sui rischi derivanti al settore bancario da un crollo del settore abitativo. Parlando alla New York Bankers Association, Lockhart ha chiesto poteri analoghi a quelli di supervisione bancaria per poter intervenire sulle conseguenze “significative” su mercati e istituti finanziari derivanti dalle “gravi difficiltà finanziarie” che potrebbero nascere dai due istituti del mercato ipotecario secondario Fannie Mae e Freddie Mac, di cui ha riconosciuto “la forte leva”, cioè gli elevati rapporti d'indebitamento. Questi enti sostenuti dal governo, ha spiegato Lockhart, dominano il mercato ipotecario, tanto che alla fine del 2005 possedevano o garantivano più del 40% dei mutui casa, con un debito di 4 mila miliardi di dollari, soprattutto titoli emessi sulla base di mutui. La rapida crescita dei portafogli di Fannie e Freddie ha aumentato “la possibilità che esse provochino eventi sistemici”. Le banche incorrono in rischi a motivo del debito di Fannie e Freddie: “In particolare le banche molto esposte al debito dei due enti potrebbero subire perdite e problemi di liquidità tali da condurre a una riduzione del prestito bancario o anche a fallimenti bancari”, ha detto Lockhart. Alla fine del 2005 le banche detentrici di debito di Fannie e Freddie e di titoli emessi sui mutui che insieme ammontavano a più del 50% del patrimonio di base erano più del 60% del totale. Molti mutuatari “avranno difficoltà nel mantenere i propri modelli di attività”.
In un discorso tenuto il 15 novembre all'Associazione bancaria britannica Clive Briault, un direttore dell'ente di supervisione finanziaria britannica FSA, ha riferito di aver controllato la possibilità che hanno le banche di resistere ad un crollo del settore abitativo ed ha concluso che le procedure previste non sono sufficientemente serie. La FSA ha di conseguenza emesso una circolare che ordina alle banche di condurre dei test presupponendo un'emergenza che vede crollare prezzi delle abitazioni del 40% e l'esproprio e la rivendita del 35% delle abitazioni in cui il mutuatario è insolvente. In un'altra circolare ai dirigenti di banca il mese scorso, la FSA asseriva che alcuni amministratori delegati non hanno voluto considerare gli scenari in cui essi potrebbero subire perdite, riduzione dei dividendi e mancanza di capitale. Nel periodo 1989-1992 i prezzi immobiliari in Inghilterra sono crollati del 15%, con punte del 40%, portando al riacquisto degli immobili e a riduzioni dei mutui.
Fonte: www.movisol.org
martedì, novembre 21, 2006
Stipulato accordo di partnership tra MANPOWER ITALIA e BANCA PER LA CASA
PowerMutui è un progetto unico in Italia.
E’ la prima linea di mutui nata dalla collaborazione tra la più grande banca specializzata in mutui in Italia e l’azienda leader mondiale nel campo delle risorse umane per offrire eguali opportunità di accesso al mutuo per l’acquisto della casa anche ai lavoratori che hanno scelto l’opportunità della flessibilità.
Manpower e Banca per la Casa, la banca specializzata nei mutui casa del gruppo UniCredit, hanno oggi presentato i contenuti del nuovo accordo di partnership stipulato nei giorni scorsi tra le più grandi realtà italiane nell’ambito dei finanziamenti immobiliari residenziali e del lavoro temporaneo. Con questo accordo nasce, infatti, PowerMutui, un innovativo progetto, unico in Italia, che offre l’accesso all’offerta esclusiva e dedicata di mutui per la casa, per i lavoratori che hanno scelto l’opportunità della flessibilità attraverso i servizi di Manpower.
PowerMutui è il primo progetto che vede la concreta collaborazione di due leader nei rispettivi settori, lavoro e mutui, per la creazione di uno strumento che vuole scardinare l’equazione “flessibilità = precarietà”. Uno strumento che riconosce e valorizza la flessibilità nel lavoro come leva di sviluppo dell'intero sistema economico.
“In un’economia che richiede alle imprese di gestire la variabilità della domanda e la concorrenza a livello globale, il “posto fisso” che è stato alla base del sistema industriale, non è più in grado di rispondere alle esigenze del mutato contesto economico” ha dichiarato Stefano Scabbio, Amministratore Delegato di Manpower Italia. “La flessibilità è oggi irrinunciabile per garantire la competitività delle aziende e del sistema paese. Dobbiamo quindi porci come obiettivo quello della flessibilità sicura. Grazie a Banca per la Casa, siamo in grado di presentare oggi la prima risposta concreta a questa necessità”.
L’atteggiamento di insicurezza che oggi ammanta il termine “flessibile” non trova riscontro nelle statistiche: in Italia gli impieghi a tempo determinato sono pari al 12,3% contro il 13% di Francia e Germania e una media europea del 13,7%. Questa percezione deriva piuttosto dall’assenza di un sistema di tutele e di ammortizzatori sociali che riconosca eguali diritti a tutti i lavoratori.
PowerMutui nasce come prima risposta di sistema per colmare questo vuoto.
“Abbiamo deciso di dare ai lavoratori flessibili di Manpower, un’opportunità unica – ha dichiarato Patrizia Monzeglio, Vice Direttore Generale di Banca per la Casa - realizzando una linea di mutui dedicata a questa tipologia di lavoratori, offrendo condizioni economiche e di accessibilità tra le migliori del mercato che consentono ai dipendenti Manpower di realizzare fin da subito il loro “progetto casa”.
La linea PowerMutui
La Linea PowerMutui è stata realizzata in esclusiva per tutti i dipendenti Manpower con contratti di somministrazione, che abbiano un’anzianità di lavoro pari ad almeno 24 mesi consecutivi, 4 mesi di rapporto con Manpower anche non continuativi e un minimo di 180 giorni lavorati per anno, anche presso datori di lavoro diversi.
Fonte: Ufficio stampa Intarget - Ufficio stampa Manpower: Weber Shandwick - Ufficio stampa Banca per la Casa-Gruppo UniCredit: SEC Relazioni pubbliche e istituzionali .
Sito: www.npmagazine.it
domenica, novembre 19, 2006
Liguria: cresce il valore dei mutui erogati in regione
La provincia che ha erogato di più è stata Genova con 579 milioni di euro e un incremento del 23,8% rispetto allo stesso periodo del 2005. La Spezia è la provincia che ha mostrato il maggiore incremento in percentuale rispetto al 2005 con +60,2% (148 milioni di euro di erogato). Seguono Imperia con +30,3% (119 milioni di euro di erogato) e Savona con +11,3% (202 milioni di euro di erogato).
Sul lato del mercato immobiliare il primo semestre 2006 fa registrare un calo sia del mercato delle compravendite immobiliari come numero sia come fatturato. Il numero delle compravendite in Liguria nel primo semestre dell'anno (fonte Scenari Immobiliari) è stato di 9.000 (-11,8% rispetto al primo semestre 2005) e il fatturato di 1.400 milioni di euro (-15,2% rispetto al primo semestre 2005).
Fonte: Savona News
Banca Italease, acquista 51% Kevios per 6 milioni di euro
Lo dice una nota dell'istituto aggiungendo che l'acquizisione dovrebbe concludersi entro febbraio 2007 dopo le autorizzazioni da parte di Banca d'Italia e dell'Antitrust.
L'operazione, ricorda Italease, rientra nella politica di diversificazione delle attività del gruppo come già annunciato nella presentazione del piano industriale la scorsa estate.
Fonte: REUTERS
martedì, novembre 14, 2006
Mutui. Ctcu: “La riaccensione? Non sempre conveniene”
Infatti, prima di eseguire tale operazione, secondo il Ctcu, bisogna considerarne anche i costi. I maggiori oneri potrebbero derivare da: il costo di cancellazione dell’ipoteca (circa 700 euro); le spese notarili di stipula del nuovo mutuo (fra i 1000 e i 2000 euro); il prezzo di istruttoria del nuovo mutuo (circa 300 euro). Si deve, inoltre, considerare il costo della penale di estinzione anticipata del vecchio mutuo, qualora prevista dal vecchio contratto.
In ogni caso, sottolinea il Ctcu, l’estinzione del vecchio mutuo e la sostituzione con uno nuovo può essere di interesse solo se non si è oltrepassata la metà della durata del primo. Allo stesso modo, il passaggio attuale da un tasso variabile ad uno a tasso fisso può essere più una questione di tranquillità psicologica per il futuro che non un risparmio di spesa certo e sicuro sin dall’inizio.
Fonte: Ctcu
giovedì, novembre 09, 2006
Cordusio 3 prezza titoli Rmbs da 2,5 mld euro - lead
MILANO, 9 novembre (Reuters) - Le banche capofila della
securitisation di mutui casa Cordusio 3, targata Unicredit
(CRDI.MI: Quotazione, Profilo), hanno fissato il prezzo ufficiale per le tre tranche
di titoli.
Ubm è sole arranger dell'operazione che coinvolge la stessa
Di seguito il dettaglio delle diverse tranche con la cedola
Ubm accanto a Citigroup, Rbs and Hvb come joint lead manager e
bookrunner.
L'operazione cartolarizza un portafoglio di mutui ipotecari
in bonis concessi da Unicredit Banca per la Casa e Unicredit
Banca.che corrisponde alla price giudance anticipata da una fonte a
Reuters per tutte le tranche tranne la D, per cui il cupon è
stato precisato a 3m Euribor +73 pb rispetto a 3mE +73-74 pb
della price guidance:Classe Importo Vita media Cedola ufficiale
(mln euro) (anni)A1 600 1,88 3mE + 7 pb
I titoli floater sono parametrati al tasso Euribor a tre
A2 1.735 8,9 3mE + 16 pb
B 75 17,12 3mE + 26 pb
C 25 17,12 3mE + 40 pb
D 48 17,12 3mE + 73 pbmesi che stamane quota 3,577%
Le prime due tranche hanno rating preliminare tripla A dalle. tre agenzie. La tranche B ha rating AA da Fitch e S&P's e Aa1 da
Una sesta tranche E, priva di rating e pari a circa 13
Moody's. La tranche C ha rating A+ da Fitch e S&P's e A1 da
Moody's. La tranche D è stata valutata BBB+ da Fitch e S&P's e
Baa2 da Moody's.milioni, viene trattenuta dall'emittente.
Fonte: Borsa Italiana
lunedì, novembre 06, 2006
PRC: CASA; VALLEISE, MUTUI REGIONALI ANCHE A PRECARI
Rifondazione comunista chiede oggi una riforma regionale del credito per consentire a Finaosta di erogare muti per l'acquisto prima casa anche ai residenti in Valle d'Aosta con contratto di lavoro precario o a tempo determinato che lo desiderano.
"Con l'onorevole Marilde Provera - spiega il segretario regionale, Piero Valleise - stiamo elaborando una proposta di legge che sottoporremo all'Arcobaleno e poi all'Alleanza autonomista progressista".
Commentando poi la partecipazione alla manifestazione nazionale contro la precarietà, svoltasi ieri a Roma, Valleise e Provera definiscono "profondamente ingiusto tenere una generazione al guinzaglio di contratti senza garanzie, ben sapendo che chi sulla busta paga ha le sigle del precariato non può accedere al credito, quindi non può acquistare casa né ristrutturarla, non può costruire una famiglia".
Fonte: Ansa
sabato, novembre 04, 2006
Macquarie Bank Italia lancia nuova struttura pricing mutui
Lo comunica la banca specializzata nei mutui residenziali in una nota precisando che lo spread è variabile inbase alla percentuale di finanziamento richiesto, allafinalità del mutuo e alla durata.
In particolare lo spread offerto parte dall'1%, previsto per richieste di finanziamento sino al 50% del valore dell'immobile e durata sino a 40 anni e può arrivare all'1,80% per richieste sino al 100% del valore dell'immobile e durata a 20 anni.
Fonte: Finanzaonline
Area euro, domanda netta per mutui casa negativa in trim3 - Bce
La domanda di finanziamenti per la casa al netto dei rimborsi è passata da +4% nel secondo trimestre a -6% nel terzo proseguendo una protratta flessione dagli alti livelli osservati negli ultimi trimestri del 2005.
"Un significativo indebolimento nelle prospettive del mercato immobiliare ... ha contributo a questa flessione dei prestiti netti. E' la pima volta da quando si pubblicano i risultati del sondaggio che - secondo le banche interpellate - le prospettive del mercato immobiliare non contribuiscono positivamente a un aumento netto della domanda di prestiti", scrive la Bce.
Nei tre mesi a settembre i prestiti alle imprese e i finanziamenti per l'acquisto di casa alle famiglie sono rimasti sostanzialmente invariati, precisa la Bce aggiungendo che le banche hanno abbassato gli standard creditizi verso le famiglie per il credito al consumo e altri tipi di prestito.
Nel complesso gli standard creditizi nel terzo trimestre sono rimasti sostanzialmente stabili.
Fonte: www.borsaitaliana.it
venerdì, novembre 03, 2006
LE BANCHE HANNO CONCESSO 530 MILIONI DI EURO AGLI EXTRACOMUNITARI
L’immigrato compra casa
Boom di mutui trentennali
«Guadagniamo troppo poco per sprecare soldi negli affitti»
Ovvio che volessi comprare casa: con uno stipendio da 900 euro non posso mica permettermi di gettarne dalla finestra 350 per l’affitto, anche perché ogni mese mando 150 euro alla mia famiglia per far studiare due fratelli all’università». Fatima Ben Sassi versa il profumatissimo tè alla menta nel bicchierino di vetro filettato d’oro. Il tinello dalle pareti verde acqua è ingombro di scatoloni, pentole, un materasso in terra a mo’ di divano davanti alla tv sintonizzata su Al Jazeera. Si è appena trasferita nel nuovo appartamento, 50 metri quadrati ma tutti suoi. Per sei anni, da quando ha lasciato la Tunisia alla volta di Torino, ha condiviso un paio di stanze con una connazionale, poi un’altra, abitazioni dignitose in palazzi di ringhiera, sistemazioni transitorie per lei che sognava di acquistare le mura come si usa al suo paese, Sousse, dove «nessuno sta in affitto, appena nasce il figlio maschio il padre si mette a costruire una seconda casa».
«L’affitto? Meglio il mutuo»
Fatima, 30 anni, laurea in architettura e master in tutela dei beni culturali, permesso di soggiorno regolare da rinnovare ogni biennio, infermiera con contratto a tempo indeterminato, ha chiesto un mutuo quando è stata definitivamente assunta in ospedale, una decina di mesi fa. Lo estinguerà nel 2036, dopo trent’anni, come il 78% degli immigrati che acquista casa in Italia, secondo l’ultimo studio di Kiron Tecnocasa.
Sempre più stranieri scelgono di comprare un appartamento, sia pur piccolo (circa 50/60 metri quadri), appena il posto fisso concede loro accesso in banca. Lo scorso anno hanno chiesto per questo 530 milioni di euro, la cifra più alta tra i finanziamenti concessi agli immigrati, che nel 2005 hanno raggiunto un volume complessivo di 6,5 miliardi di euro tra prestiti finalizzati (54,2%), personali (37,7%) e mutui casa (8,1%).
Al pari di Fatima, che versa ogni mese 400 euro, «il corrispettivo di quanto fino a ieri pagavo in affitto», i neocittadini accedono a prestiti che coprono tra l’80 e il 100% del costo dell’abitazione e domandano in media 127 mila euro, poco di più degli italiani (124 mila euro) ma con notevoli differenze tra una comunità e l’altra. Si va dai 107 mila euro di romeni e marocchini, primi nella classifica dei nuovi proprietari (rispettivamente 6,02% e 5,66% del totale), ai 158 mila dei filippini.
Un’assicurazione
Fatima conta di restare a Torino, la città le piace, sua sorella l’ha appena raggiunta da Sousse con un visto turistico e se le confermano il lavoro da badante si presenterà alla sanatoria. Ma se pure domani dovesse decidere di andar via, dice, non rimpiangerebbe l'acquisto del trilocale con il balconcino da cui vede, in lontananza, la Mole Antonelliana: «Qui dentro ho messo da parte un capitale, un’assicurazione sulla vecchiaia, non sono soldi gettati dalla finestra come quelli che davo ai miei padroni, ma risparmi». E’ la ragione che spinge tanti come lei, ospiti in un Paese non sempre accogliente, a comprare, a costo d’indebitarsi a lungo.
«Gli stranieri appaiono più “ottimisti” degli italiani e denotano un approccio al prestito meno restrittivo, anche nel caso di tipologie un po’ rischiose», osserva Renato Landoni, amministratore di Kiron. L’87,2% richiede mutui a tasso variabile, il 6,9% sceglie quelli a tasso misto o flessibile.
I conti e la banca
«Prima d’essere assunta 100 mila euro mi sembravano una cifra astronomica. Invece, contratto alla mano, è stato semplice presentarsi in banca», continua Fatima, mostrando orgogliosa i lavoretti fatti da sola, le pareti tinteggiate nei giorni di riposo, la tenda Ikea montata intorno alla doccia, un paio di prese elettriche aggiunte accanto al letto da Karim, un connazionale che vive al piano di sotto. «Soldi per la ristrutturazione non ne avevo, ma in Tunisia siamo abituati al fai-da-te, l’importante sono i muri». La proprietà, il nido dove tornare, il territorio privato per chi è costretto a identità apolidi.
Certo, ammette Fatima, gli istituti di credito restano un tabù per molti: «Sono luoghi che inibiscono, parlano una lingua complicata. Pur avendo il posto fisso ero intimorita a domandare un prestito, eppure ho uno stipendio regolare, il permesso a posto». Ignora che il mutuo è una chimera anche per i trentenni italiani con contratti atipici, esclusi dalla fiducia concessa alla busta paga a meno d’un intervento di mamma e papà. Fatima è garanzia di sé stessa, lo è diventata, cittadina residente. Magari ora che l’economia e il mercato si sono accorti di lei, le sarà più facile sentirsi italiana, nonostante il velo sul capo.
Fonte: www.lastampa.it/paci.asp - di Francesca Paci
giovedì, novembre 02, 2006
Accesso ai finanziamenti,
Cosvig al servizio delle Pmi
Grazie al Consorzio nazionale di sostegno e sviluppo delle garanzie dei Confidi è possibile favorire l'accesso alle fonti di finanziamento delle Pmi con la concessione di una garanzia pubblica che copre fino all'80 per cento del finanziamento per un importo massimo garantito per ciascuna impresa di 500mila euro. “La novità - spiega in una nota la Confesercenti, che partecipa al Consorzio - consiste nella possibilità di rivolgersi al Cosvig per espletare le formalità verso le banche".
Credito d’imposta alle imprese:
in campo la Regione Campania
La Regione Campania corre in aiuto delle imprese escluse, per esaurimento delle risorse, dall’ultimo bando sul credito d’imposta, varato lo scorso febbraio dal ministero per le Attività produttive.
La Giunta regionale della Campania, infatti, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e alle Attività produttive, Andrea Cozzolino, delibera lo stanziamento di 50 milioni di euro per il co-finanziamento del credito d’imposta. Queste risorse saranno destinate alle aziende campane che nel 2006 avevano presentato domanda per la legge 388/2000 rimaste escluse dalla graduatoria per l’esaurimento dei fondi. “Con il cofinanziamento del credito d’imposta — afferma l’assessore Cozzolino — riattiviamo la possibilità per le imprese campane di accedere a un’importante strumento di agevolazione fiscale”.
Investimenti in Cina:
in vista un piano di riforme
Sempre più spalancate le porte d’accesso dei capitali esteri verso la Cina. Un esponente del ramo finanziario della National Development and Reform Commission’s, dichiara che entro due settimane sarà approvato un nuovo piano di riforme che, utilizzando la leva fiscale, agevolerà in modo più incisivo i fondi di Private Equity ed i Venture Capital.
Scopo della riforma fiscale è quello di incentivare l’entrata dei grandi investitori nelle piccole medie imprese cinesi che, soprattutto nel settore tecnologico, hanno bisogno di espandersi e di reperire risorse finanziarie.
Chi vorrà investire in pratica in start up cinesi — che in media offrono rendimenti del 20 per cento - pagherà meno tasse. Solo nei primi nove mesi dell’anno i Venture Capital hanno portato nel mercato cinese 1.21 miliardi di dollari rispetto ai 775 milioni di dollari nello stesso periodo dello scorso anno. L’economia totale nel terzo trimestre è cresciuta del 10,4 per cento e si espande a un tasso annuo del 6 per cento oltrepassando Usa ed Europa. Secondo Credit Suiss si avrà una crescita del mercato azionario cinese in termini di capitalizzazione, dal livello di 402 miliardi di dollari alla fine del 2005 al più ragguardevole tetto di 1.9 trilioni di dollari nel 2010.
Sempre più immigrati
tra i clienti delle banche
Immigrati sempre di più clienti delle banche per richiedere prestiti, e finanziamenti di mutuo per comprare casa. Uno studio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia, citato dall’Abi, rileva che” il volume di credito erogato agli immigrati nel 2004 è stato pari a 4,85 miliardi di euro”. Dato ancora più interessante, si tratta di numeri in crescita del 43 per cento rispetto all’anno precedente e soprattutto di ben cinque volte superiori al 2000: in altre parole, il tasso di variazione medio annuo nel quinquennio è stato del più 51,6 per cento. Lo studio registra anche le potenzialità del microcredito, inteso come l’erogazione di piccoli prestiti a persone normalmente escluse dal sistema del credito tradizionale.
Banca della Campania: Ok Consob
all’aumento di capitale
La Consob, Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, dà il suo “nulla osta” alla pubblicazione del prospetto informativo relativo all’offerta in opzione agli azionisti di Banca della Campania di azioni di nuova emissione. L’offerta consiste in un aumento di capitale sociale scindibile a pagamento per un valore complessivo massimo di 63,3 milioni di euro, con emissione di 15.844.640 azioni ordinarie della banca. ogni azione ha un valore nominale di 3 euro ed è offerta in opzione dal 23 ottobre al 23 novembre ai soci in ragione di 2 nuove azioni ogni azione posseduta, al prezzo di 4 euro ciascuna.
L’aumento di capitale è finalizzato dalla necessità di rafforzare la struttura patrimoniale dell’emittente in considerazione dell’acquisizione del pacchetto azionario del 98,52% della Banca del Monte di Foggia detenuto dalla capogruppo
Il Btp settembre 2008 cala a 99,67
Gennaio 2010 scivola a 97,56
Il Btp settembre 2008 cala a 99,67 raggiungendo il -0,06%, mentre il gennaio 2010 scivola a 97,56 con un -0,07%; in rosso anche il Btp agosto 2021, a 94,56 ,-0,12%, mentre il trentennale febbraio 2037 scivola a quota 93,85 , -0,11% proseguendo nel suo calo.
Bene i Bot a sei mesi:
rendimenti in forte aumento
Rendimenti in aumento per i Bot a sei mesi. Il rendimento lordo semplice sale infatti al 3,532% (+0,154 pb), mentre quello composto si attesta al 3,563%. Nell'asta sono richiesti circa 14 mld di euro, a fronte di un'importo offerto di 9,5 mld di euro interamente assegnato, con una percentuale di riparto del 59,552%. Il prezzo medio ponderato di aggiudicazione è pari a 98,255 euro.
FONTE: Denaro.it
mercoledì, novembre 01, 2006
Mutui casa agli stranieri
Primi i romeni, preferiti i mutui trentennali e a tasso variabile.
ROMA - L'immigrato che compra casa? Ha un permesso di soggiorno in tasca da almeno due o tre anni, è un lavoratore dipendente o un piccolo imprenditore, ha tra i 25 e i 35 anni, nel 60% dei casi è sposato e il più delle volte è romeno o marocchino.
A tracciare l'identikit è Kìron, franchising di mediazione creditizia che fa capo al gruppo Tecnocasa, in uno studio sui mutui accesi dai cittadini stranieri per acquistare un'abitazione in Italia.
L'anno scorso agli immigrati sono stati concessi quasi 530milioni di euro in mutui casa. Secondo Kìron è il settore che sta crescendo di più tra i finanziamenti erogati ai cittadini stranieri, che nel 2005 ha raggiunto un volume complessivo di 6,5 miliardi di euro tra prestiti finalizzati (54,2%), prestiti personali (37,7%) e mutui casa (8,1%).
Proporzionalmente al numero di presenze in Italia, i più propensi ad indebitarsi risultano gli africani, seguiti da sudamericani e asiatici, mentre i più resti sono i cittadini di Paesi europei che non fanno parte dell'Ue. Quanto però a volume dei crediti erogati, i primi in classifica sono i Romeni (6,02% del totale), seguiti da Marocchini (5,66), Albanesi 2,58) ed Egiziani (1,52).
Prevalentemente gli i immigrati si orientano su immobili di piccole dimensioni (50-60 mq), situati nelle periferie delle città o nei paesi. Risultano più propensi a chiedere mutui quelli residenti al nord, "a causa -si legge nello studio - di una condizione economica e sociale più stabile". Il 71% dei cittadini stranieri accende mutui che coprono tra l'80% ed il 100% del prezzo dell'abitazione. Chiedono in media 127mila €, poco di più rispetto agli italiani (la media nazionale è di 124mila €), ma con notevoli differenze tra una comunità e l'altra: si va dai 107mila € erogati in media ai cittadini marocchini, ai 158mila dei filippini.
Gli immigrati scelgono mutui molto lunghi e tipologie più rischiose rispetto agli italiani. Il 95% salderà il debito in più di 21 anni, in 30 anni il 78% delle volte. A farla da padrone sono i mutui a tasso variabile (87,2%), la richiesta dei quali sta salendo, seguiti da quelli a tasso misto o flessibile (6,9%). "Rispetto agli italiani - nota Kìron - si evidenzia una certa scelta dei prodotti verso tipologie più rischiose. I cittadini stranieri sono infatti più "ottimisti" dei cittadini italiani e denotano un approccio al debito meno inibente e restrittivo".
Il mercato è importante e in espansione, ma richiede subito degli interventi da parte degli istituti di credito. "L'offerta dovrà essere differenziata per costi e idonea alle specifiche esigenze e caratteristiche economiche e si dovranno modificare i parametri relativi alla valutazione del merito creditizio" dice l'amministratore unico di Kìron Renato Landoni. "È necessaria - aggiunge - una attività di implementazione delle banche dati, che attualmente si basano su parametri e dati che si riferiscono ai cittadini italiani, che come è evidente , non corrispondono alle diverse caratteristiche proprie dei cittadini stranieri".
Fonte: Lo studio di Kiron (Tecnocasa)