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giovedì, dicembre 04, 2008

La "GUIDA IMPARIAMO A CONOSCERE LA BORSA - La differenza tra traders e investitori - La negoziazione: domanda e offerta

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

Il mercato in cui operiamo è il così detto “mercato concorrenziale” (opposto al mercato protezionistico,monopolistico e concentrato). In tale mercato le transazioni di scambio dei titoli avvengono quando si raggiunge un prezzo di equilibrio (last), ossia il prezzo in corrispondenza del quale l’offerta del venditore (ASK o LETTERA) eguaglia la domanda del compratore (BID o DENARO). Da un punto di vista geometrico, il prezzo di equilibrio o last, corrisponde al punto nel quale la curva di offerta e quella di domanda si intersecano. La contrattazione del prezzo avviene come in qualunque altro mercato concorrenziale del mondo, ossia esso è influenzato dalla
valutazione del giusto valore intrinseco del bene (valore dei beni tangibili e intangibili), più, o meno, il valore psicologico-emotivo delle controparti e infine la quantità. Quest’ultimo elemento riveste una grande importanza, perchéricordate che una cosa di qualità, più è rara e più aumenta di valore.

Ciò vale pure per gli strumenti finanziari, non a caso infatti uno split diminuisce il valore delle azioni, mentre un reversal split ne aumenta il valore. Oltre a questi parametri base occorre precisare che il mercato è un fenomeno di massa, per cui occorre tenere presente di un
ennesimo elemento, ossia il numero dei negoziatori che svolgono delle determinate azioni.
Alla luce di quanto detto è semplice capire che il prezzo scende quando l’offerta supera la domanda, quindi, poiché vi sono pochi compratori e i venditori sono in maggioranza, questi ultimi per raggiungere il punto di equilibrio con i compratori sono costretti a diminuire il prezzo se vogliono sbarazzarsi dei “polmoni” acquistati. In questo caso siamo in presenza del così detto
“mercato del compratore”, perché favorevole a quest’ultimo.

Graficamente sarà necessario traslare verso il basso la curva di offerta, definendo un nuovo punto di intersezione più basso, quindi un nuovo prezzo di equilibrio più basso. Viceversa il prezzo sale se la domanda supera l’offerta, in questo caso i compratori più numerosi dei venditori fanno molta “pressione d’ acquisto” e i venditori possono permettersi di alzare la quotazione del titolo sino al punto massimo di equilibrio in cui gli ormai pochi compratori rimasti hanno un “prezzo di riserva” (prezzo massimo cui possono o sono disposti a pagare) sufficientemente alto per poter comprare. In questo caso siamo nel così detto “mercato del venditore”, perché favorevole a quest’ultimo.

Graficamente si verificherà una traslazione verso l’ alto della curva di offerta, definendo un nuovo punto di equilibrio più alto.Il prezzo, è formato quindi dall’incontro tra la domanda e
l’offerta, ossia tra colui che vuole comprare e colui che vuole vendere. Come si verifica in qualsiasi transazione, il compratore domanderà di comprare la quantità voluta al minor prezzo possibile, mentre il venditore cercherà a sua volta di massimizzare i profitti vendendo a prezzo più alto possibile, (si,si..proprio come nel mercato ortofrutticolo sotto casa). Ciò determina che sul mercato ci sarà l’ultimo prezzo o prezzo di equilibrio (last) a cui si è verificata la transazione, o meglio lo scambio, e risulta il minimo prezzo al quale il venditore è stato disposto a vendere, e il
massimo prezzo al quale il compratore è stato disposto a comprare. Inoltre le migliori offerte di acquisto e di vendita vengono sintetizzate nel “Book”, ossia un libro telematico delle migliori
domande e offerte messe in ordine di convenienza, riferite agli strumenti finanziari presenti sul mercato in un dato momento, infatti si aggiorna costantemente, e molto rapidamente durante il
corso di una giornata di contrattazione, soprattutto se si tratta di una giornata di prezzo particolarmente oscillante.

Come potrai tu stesso notare facendo trading, è che il bid (domanda) non corrisponde monetariamente all’ask (offerta) per uno o pochi centesimi, ciò da vita allo Spread, ossia la differenza tra bid e ask che deve essere colmata dal venditore o compratore
affinché la transazione abbia luogo. Tutto ciò ha una spiegazione, questa particolare operazione serve ad inserire costantemente liquidità nel mercato, ti faccio capire con una simpatica
similitudine; pensa per un attimo al mercato come ad un grandissimo orologio meccanico, costituito da numerosi ingranaggi, tali ingranaggi devono essere sempre ben lubrificati,
altrimenti l’orologio si inceppa, ecco che ci serviamo dell’olio, che lubrifica gli ingranaggi facendoli scorrere l’uno con l’altro, allo stesso modo agisce la liquidità, facendo scorrere gli “scambi
finanziari” nel mercato, senza di questa il mercato si inceppa; senza liquidità, per il mercato, è come nuotare senza acqua intorno! capisci?

Tu riusciresti a nuotare senza acqua intorno? Per cui occorre un metodo per far sì che la liquidità non venga mai a mancare nel mercato, l’unico modo è lo Spread. È un’idea geniale, in questo modo la liquidità si manterrà costante in maniera del tutto automatica in ogni giornata di negoziazione. Da precisare che più lo Spread è largo e più il mercato è poco liquido e il titolo fa fatica a scambiare. Quando invece lo Spread è piccolo significa che c’è abbastanza liquidità nel mercato. Come si può intuire lo Spread viene incassato dalle banche per permettere ai brokers una certa libertà di azione e flessibilità contrattuale, ed evitare il blocco delle negoziazioni per pochi penny di differenza.

A cura di GIOVANNI ROMANO
Autore de “Il professionista delle opzioni

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