Pensare ad una ripresa dell’immobiliare è oggi quanto
mai azzardato, considerata la crisi che interessa la nostra economia e l’incertezza
imperante nel contesto internazionale. Anche coloro che nonostante tutto potrebbero
richiedere e ottenere un mutuo oggi preferiscono
attendere, per poter osservare meglio l’evoluzione dello scenario economico,
che da un giorno all’altro potrebbe riservare grandi sorprese, in positivo o in
negativo, basti pensare agli effetti di una possibile uscita della Grecia
dall’Eurozona.
Sul fronte degli istituti di credito, la rigidità nella
valutazione del merito creditizio è sempre molto forte, sia in termini di
rapporto tra rata e reddito netto dei richiedenti sia per quanto concerne le garanzie
da prestare per l’accensione di un mutuo. In una situazione di sostanziale
stagnazione dei redditi reali è semplice comprendere come si stiano creando
delle vere e proprie barriere all’ingresso ai finanziamenti per un numero
crescente di aspiranti mutuatari. La dinamica rialzista dei tassi è dovuta a
molteplici fattori, in primis la crisi dei debiti sovrani nell’eurozona, ma
anche la maggior rischiosità associata ai mutuatari, legata all’instabilità del
mercato del lavoro, fa la sua parte, con le banche che assumono un
atteggiamento sempre più guardingo nelle fasi di istruttoria dei finanziamenti.
Nelle scorse settimane, prima che le vicende legate al
terremoto in Emilia facessero capolino nell’agenda politica, erano iniziate a
circolare ipotesi volte al rilancio delle compravendite, come la cancellazione
dell’imposta di registro e dell’IVA in caso di acquisto da costruttore. É
tuttavia fondamentale sottolineare come queste misure debbano rientrare
nell’ambito di una strategia più organica e complessiva, che coinvolga anche
gli istituti di credito, oggi vero e proprio tassello alla base del possibile
rilancio dell’immobiliare.