In questo articolo parliamo del tasso eurirs, le sue caratteristiche e correlazione con i mutui a tasso fisso. EUROIRS, conosciuto anche come interest rate swap, nasce da dei accordi (swap) che si caratterizzano in funzione ad un lasso di tempo. Pertanto ci sono diversi
tassi irs, suddivisi per periodo di tempo, troviamo irs ad 1 anno, 2 anni, 10 anni fino ad arrivare ai 30, 40, 50 anni.
L’irs viene utilizzato dalla banche per determinare le proposte dei mutui a tasso fisso. Abbiamo che il tasso finale applicato al cliente sarà costituito dal tasso Irs relativo alla durata del contratto di mutuo più una quota denominata spread, che espressa in forma percentuale rappresenta il guadagno della banca.
Per trovare le rilevazione del valore eurirs, è possibile rivolgersi al quotidiano il Sole 24 0re dove si possono trovare tutti i tasso irs aggiornato. E’ possibile trovare inoltre su molti siti specializzati storico irs ed il grafico eurirs corrispondente alla durata.
La quotazioni eurirs, è determinata principalmente dal mercato dei tassi a lunga scadenza, l’andamento tasso irs corrispondente principalmente con gli investimenti di origine obbligazionaria della stessa durata. Tuttavia è assodato che bastano elementi esterni per far destabilizzare il sistema economico politico, per vedere il tasso irs in rialzo. E’ pertanto consigliabile, che il tasso irs di riferimento che si sta utilizzando per concludere una stipula di un mutuo, venga tenuto sotto osservazione fino all’ultimo, giusto per avere un aggiornamento eurirs.
Come per il tasso euribor, avere delle
previsioni eurirs è molto difficile, molti economici ad inizio anno cercano di fornire indicazioni utili circa la sua previsione, basandosi principalmente su dati socio economici. Tuttavia prevedere che il tasso aumenti o diminuisca non influisce sul tipo della scelta migliore, in quanto chi opta per un mutuo a tasso fisso, generalmente non lo fa per un reale risparmio, ma solo per avere la certezza di un importo della rata fisso, tanto per non incorrere ad rischiosi rialzi in futuro che il mutuo a tasso variabile può comportare. Negli ultimi tempi, infatti visto il rialzo del costo del denaro ed l’aumento repentino del tasso euribor, molti italiani hanno deciso di contrarre il mutuo a tasso fisso. Tanto per fare due numeri, se nel 2002 i mutui stipulati erano circa l’80% a tasso variabile, oggi succede l’inverso, cioè 80 mutui su 100 sono a tasso fisso. Il governo inoltre, visto l’impennata del costo della rata dei mutui a tasso variabile, ha introdotto a partire da gennaio 2009, la possibilità ai mutuatari di ricorrere ai ripari attraverso una rinegoziazione del mutuo con indice eurirs effettivi del 2006, per questa normativa si consiglia di consultare la propria banca o l’ABI.
A cura di Zani Cotesta, prestito-personale.net